lunedì 15 agosto 2011

La distinzione tra il liberalismo e il liberismo formulata da Benedetto Croce

Il liberalismo si distingue dal liberismo,come ben spiegò il filosofo Benedetto Croce,sostenendo le argomentazioni che,adesso,qui,passo a citare."La formula economica del liberismo ha comuni il carattere e l'origine con quella politica del liberalismo.Alla pretesa autoritaria di determinare innanzi come gli uomini debbano politicamente pensare e comportarsi,risponde di tutto punto la pretesa di determinare,allo stesso modo, in economia,per esempio,il prezzo delle cose,il giusto prezzo;e all'una e all'altra si oppongono liberalismo e liberismo.La difficoltà si fa innanzi non appena al liberismo economico si dia valore di legge suprema della vita sociale.La difficoltà si scioglie col riconoscere il primato non dell'economico liberismo,ma all'etico liberalismo e col trattare i problemi economici della vita sociale sempre in rapporto a questo.Il quale aborre dalla regolamentazione autoritaria dell'opera economica,in quanto la considera mortificazione delle facoltà inventive dell'uomo e perciò ostacolo all'accrescimento dei beni o della ricchezza;e in ciò si muove nella stessa linea del liberismo.Ma non può accettare che beni siano soltanto quelli che soddisfano il libito individuale,e ricchezza solo l'accumulamento dei mezzi a tal fine;e non può accettare che questi siano beni e ricchezza,se tutti non si pieghino a strumenti di elevazione umana.Ciò posto il problema si pone per il liberalismo nel determinare,secondo luoghi e tempi e nel caso dato,non già se un certo provvedimento sia liberistico,ma se sia liberale;non se sia quantitativamente produttivo,ma se sia qualitativamente pregevole;non se la sua qualità sia gradevole a uno o più,ma se sia salutare all'uno,ai più e a tutti,all'uomo,nella sua forza e dignità di uomo.Può darsi,anzi,così è,che il liberalismo approvi molte o la maggior parte delle richieste e dei provvedimenti del liberismo ai quali tanti benefici deve la moderna civiltà;ma esso li approva non per ragioni economiche,sibbene per ragioni etiche.Per le stesse ragioni,respinge o restringe,in altri casi,certe altre richieste,che,sotto nome di libertà,ostacolano la libertà.Quel che noi procuriamo di presentare, in chiari termini critici,si può dire riconosciuto dagli stessi economisti,i quali,(tranne i propagandisti),hanno sempre ammesso che il principio del lasciar fare e lasciar passare,non si possa prenderlo in modo assoluto e bisogni limitarlo.La disputa ridiventa quella circa il carattere di un dato provvedimento,se sia liberale o illiberale,moralmente buono o cattivo.E ben si potrà,con la più sincera e vivida coscienza liberale,sostenere provvedimenti e ordinamenti che i teorici dell'astratta economia classificano come socialistici.Una seria opposizione di principio al socialismo è soltanto quella che oppone all'etica e politica autoritaria,che è nel suo fondo,l'etica e politica liberale".(Benedetto Croce.Etica e Politica.Laterza,pagine 263,265,266,267.).

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