giovedì 25 agosto 2011

Il limite della legge.La mia critica delle idee politiche di Platone

L'ospite ateniese,uno dei tre personaggi del dialogo platonico intitolato,"Leggi",così si esprime intorno al fine proprio di chi legifera:"E' giusto cominciare dalla virtù e dire che,in sua funzione, il legislatore ha legiferato".(Leggi,Laterza,pagina 40)."Esse",(le leggi),"sono giuste e rendono felici quelli che vivono in loro.Esse sanno dare ogni bene e i beni sono di due specie:quelli umani e quelli divini".(Leggi,pagina 41).L'ospite ateniese,dopo aver elencato i beni umani,quali la salute,la bellezza,la forza di correre e di fare tutti gli altri movimenti del corpo e la ricchezza,accompagnata dall'intelligenza e quelli divini,ossia l'intelligenza,la saggia e temperante condizione dell'anima,la giustizia e il coraggio,continua a dire:"E dopo di ciò,ogni altra norma ch'egli impartirà ai suoi cittadini,dovrà annunciarla in funzione di questi valori.Egli dovrà aver cura,nella sua legislazione,delle nozze e,quindi,della generazione e dell'educazione dei figli.Egli dovrà sorvegliarli e studiarli e rimproverarli,con giustizia,e dar loro lode ed incitamento,con lo steso mezzo della legge".(Leggi,pagina 41)."E'necessario che il legislatore sorvegli i modi del comprare e dello spendere da parte dei cittadini.Io vi dico che così,dopo aver visto tutti gli aspetti della virtù,giungeremo a dimostrare,se piacerà al dio,che ciò che ora abbiamo studiato,le leggi, hanno il loro proprio fine,nell'attuazione integrale della virtù".(Leggi,pagina 42).Platone,dunque,afferma che le leggi hanno il compito di procurare la felicità ai cittadini,costringendoli ad essere virtuosi.Tale funzione, del sistema legislativo, è confermata,chiaramente,nel prosieguo delle "Leggi".Platone,infatti,ritiene giusto censurare l'arte nei suoi contenuti,in modo che non sia indifferente alla virtù,(Leggi,pagina 67,71);stabilisce leggi che,violando pesantemente,la sfera privata,disciplinano il matrimonio e puniscono i celibi,(Leggi,pagina 138),ed altre che controllano la procreazione,(Leggi,pagina 206).Altre principali norme che il filosofo Platone prescrive,nell'interesse dell'ottima città stato,sono le seguenti:il numero dei cittadini deve essere di 5040 e nessuno di essi può possedere,nè oro,nè argento,ma ,solo, una limitata proprietà terriera,(Leggi,pagine 156,163,164);l'obbligatorietà dei pasti in comune,(Leggi,pagine 202,203);la restrittiva regolamentazione del commercio,(Leggi,pagine 280,281);pene contro gli atei,(Leggi,pagina 348);l'istituzione di un consiglio supremo che ha il ruolo di custode delle leggi e di guida divina della città stato,(Leggi,pagine 407,409,418).E'essenziale,insomma,per Platone,che la vita privata non sia indipendente,rispetto a quanto prevedono le leggi.E sono ancora le parole dell'ospite ateniese che dichiarano tale concetto:"Chi pensa di promulgare leggi agli stati,sul modo in cui bisogna vivano i cittadini ed agiscano,limitatamente agli affari pubblici e comuni e insieme ritiene di non dover fare altrettanto,per quanto è di necessità,nel campo della vita privata,chi pensa che ognuno deve avere la facoltà di vivere come vuole la sua giornata,senza che tutte le sue azioni debbano avvenire, secondo una regolamentazione e permettendo che gli affari privati siano senza disciplina di legge e crede,poi,che i cittadini vorranno vivere,mediante la legge,nella vita pubblica della comunità,commette un errore".(Leggi,pagina 202).Lo storico della filosofia,Mario Vegetti,commentando questo passo osserva che,secondo il progetto politico di Platone,"Occorrerà sorvegliare ogni momento della vita pubblica e privata,dal gioco alle feste,dal banchetto alla danza.C'è in tutto questo,un senso quasi insopportabile di senilità e costrizione.Ma il Platone delle Leggi crede che nessuno sforzo vada risparmiato e nessuno sforzo sia del tutto sufficiente, per garantire l'interiorizzazione dell'ossequio alla legge,la sua trasformazione in costume stabile e radicato".(Mario Vegetti.L'etica degli antichi.Laterza,pagine 140,141).Ma l'idea che la legislazione debba imporre agli individui di vivere,in un dato modo,per la realizzazione della società perfetta,non fu solo di Platone,ma venne ripresa e sviluppata,variamente,da altri illustri pensatori,quali Aristotele,Agostino,Tommaso d'Aquino,Rousseau,Hegel e Marx.

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