lunedì 29 agosto 2011

Il limite della legge.La mia critica delle tesi politiche di Hegel

Se il comunitarismo di Rousseau si ispira a quello di Platone,l'idea di Georg Wilhelm Friedrich Hegel del primato dello stato nei confronti dell'individuo si ricollega alla concezione etico-politica di Aristotele.Tale collegamento è sottolineato dallo storico della filosofia politica,Giuseppe Duso,(Il contratto sociale nella filosofia politica moderna.Edizione Il Mulino,pagina 332),quando enuncia la seguente tesi hegeliana:"Il tutto viene prima delle parti e il singolo,in quanto è negativo,viene dopo del positivo.Hegel si appoggia all'autorità di Aristotele per il quale,"secondo natura il popolo è precedente al singolo;e infatti il singolo separato non è nulla di autonomo,esso deve,similmente alle altre parti,essere in una unità con il tutto".(Le parole virgolettate dopo per il quale sono di Hegel).Un altro punto in comune,tra il pensiero hegeliano ed aristotelico,è ricordato dallo storico della filosofia,Mario Vegetti:"Engberg ha sicuramente ragione quando avvicina la virtù aristotelica alla Sittlichkeit hegeliana,contrapponendola alla Moralitat kantiana.Hegel approva,in effetti,in una celebre pagina della Fenomenologia quella" virtù antica che aveva il suo significato preciso e sicuro, perchè possedeva un fondamento pieno di contenuto nella sostanza del popolo e si proponeva come fine un bene effettuale già esistente".(L'etica degli antichi.Laterza,pagina 181).Nel sistema filosofico hegeliano la società civile è,intrinsecamente,disordinata, a causa dei molti,parziali e tra loro contrastanti interessi degli individui,pertanto essa viene superata dialetticamente dallo stato etico come rileva lo storico,statunitense,del pensiero politico, George Holland Sabine:"La società civile fu definita da Hegel il regno della necessità meccanica,la risultante delle forze irrazionali del desiderio individuale che è governato, particolarmente nel suo aspetto economico,da leggi che egli paragonava a quelle del moto planetario.Così la società considerata separatamente dallo stato,era rappresentata come governata da leggi amorali e,quindi,eticamente anarchica.Ne derivava,quindi,facilmente che lo stato che governa l'anarchia della società civile,era considerato l'unico fattore morale genuino,in tutto l'intero processo sociale.Era,quindi,ovvio,che lo stato dovesse essere assoluto,dato che esso e soltanto esso rappresenta i valori etici.E' anche, ovvio, che l'individuo consegua dignità morale e libertà morale solo in quanto si dedica al servizio dello stato".(Storia delle dottrine politiche.Etaslibri,pagina 504).Così,questa tesi,porta Hegel a contestare il concetto di legge dello stato liberale:"Questo paradosso fu risolto da Kant il quale affermò che la libertà di ciascuno deve essere limitata,ma non oltre lo stretto necessario,per assicurare un ugual grado di libertà a tutti.Hegel,naturalmente,conosce la soluzione di Kant ma non gli piace ed egli la presenta,senza accennare al suo autore,in questo modo sprezzante:"Per contrario niente è diventato più ordinario dell'idea che ciascuno debba limitare la sua libertà,in relazione alla libertà degli altri;e che lo stato sia la condizione in cui ha luogo tale limitazione reciproca e le leggi siano i limiti..In questi modi di vedere",egli continua,criticando la teoria di Kant,"la libertà è concepita soltanto,come un capriccio accidentale ed un arbitrio".(Karl Popper.La società aperta e i suoi nemici.Secondo volume:Hegel e Marx,falsi profeti.Edizione Armando,pagina 62.Il passo di Hegel,citato da Popper,è tratto dall'Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio.).Invece lo stato di Hegel non è formato da singoli cittadini,ma da corporazioni e,solo,all'interno di esse si è veramente cittadini.Al vertice della forma statale hegeliana,gerarchicamente organizzata,vi è il sovrano che comanda,attraverso la legge,nel modo migliore:"Nel governo considerato come totalità organica ,come volontà dello stato che tutto sostiene e tutto decide,la più alta cima dello stato e l'unità che compenetra tutto,è il potere governante del principe.Nella forma perfetta dello stato,in cui tutti i momenti del concetto hanno raggiunto la loro libera esistenza,questa soggettività non è una cosiddetta persona morale o una decisione che vien fuori da una maggioranza : forme nelle quali l'unità del volere che decide non ha un'esistenza  reale ma come individualità reale,è volontà di un individuo che decide:monarchia.La costituzione monarchica è perciò la costituzione della ragione sviluppata:tutte le altre costituzioni appartengono a gradi più bassi dello svolgimento e della realizzazione della ragione".E per essere ancora più preciso Hegel spiega,in un passo parallelo della Filosofia del Diritto,le citazioni precedenti sono tratte dalla sua Enciclopedia,che,"il momento della decisione ultima,questo autodeterminarsi assoluto, costituisce il principio distintivo del potere del sovrano come tale",e che,"questo momento assolutamente decisivo della totalità è un individuo,il monarca".(Karl Popper.La società aperta e i suoi nemici.Secondo volume,pagine 63,64.).E la monarchia difesa da Hegel è quella assolutistica,prussiana,in quanto secondo il filosofo Hegel,in essa si è pienamente sviluppato il principio della Libertà,proprio dello spirito germanico.Ciò è sostenuto,in modo più esteso,da Popper.(La società aperta e i suoi nemici.Secondo volume,pagine 66,67,68.).

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