mercoledì 31 agosto 2011

Il limite della legge.La mia approvazione delle tesi politiche di Kant

La concezione da me esposta,in modo assai sintetico,di Platone,Aristotele,Agostino,Tommaso d'Aquino,Rousseau,Hegel e Marx secondo la quale la legge ha il compito di rendere virtuosi e felici i cittadini,disciplinando anche la loro vita privata,è,invece,estranea alle riflessioni intorno alla legislazione dei filosofi Immanuel Kant,Hans Kelsen e Karl Popper.Kant spiega quale funzione attribuisce alle leggi nello scritto:"Sopra il detto comune:Questo può essere giusto in teoria,ma non vale per la pratica":"Il diritto è la limitazione della libertà di ciascuno,alla condizione del suo accordo con la libertà di ogni altro;e il diritto pubblico è l'insieme delle leggi esterne che rendono possibile un tale accordo generale.E poichè ogni limitazione della libertà,mediante l'arbitrio di un altro,è coazione, ne segue che la costituzione civile è un rapporto di uomini liberi che vivono sotto l'imperio di leggi coattive.Nei riguardi della felicità,poichè ognuno la ripone in ciò che vuole,gli uomini la pensano del tutto diversamente e la loro volontà non può ricondursi ad alcun principio comune e,quindi,neppure ad alcuna legge esterna che debba conciliarsi con la libertà di ciascuno".(Immanuel Kant.Scritti di filosofia politica.Edizione La Nuova Italia,pagine 45,46).Pertanto Kant nega che il sistema legislativo abbia il compito di procurare la felicità,anzi aggiunge:"Un governo fondato sul principio della benevolenza verso il popolo,un governo paternalistico in cui i sudditi,come figli minorenni che non possono distinguere ciò che è loro utile o dannoso,sono costretti a comportarsi solo passivamente,per aspettare che il capo dello stato giudichi in qual modo devono essere felici e ad attendere solo dalla sua bontà,che egli lo voglia,è il peggior dispotismo che si possa immaginare".(Opera citata,pagina 47).E che la felicità sia un fatto soggettivo,è affermato da Kant anche nella"Critica della Ragion pratica":"In che cosa cioè ciascuno debba riporre la propria felicità dipende dal sentimento di piacere o di dispiacere,proprio di ciascuno, e anche, in uno stesso soggetto, dalla diversità dei bisogni e dal variare di quel sentimento".(Immanuel Kant.Critica della Ragion pratica.Edizione Rusconi,pagina 204).L'agire bene,poi,dipende dall'obbedienza o meno alla legge morale,interna alla coscienza di ogni persona,e Kant in nessun passo della "Critica della Ragion pratica"la identifica con la legge politica esterna.

martedì 30 agosto 2011

Il limite della legge.La mia critica della teoria politica di Marx

Mentre per Hegel la perfetta società era tale,sotto la direzione delle leggi dello stato etico,secondo Karl Marx l'avvento della perfetta società comunista avrebbe portato all'estinzione dello stato.Ma,come vedremo,per il filosofo Marx,la legislazione statale,prima di scomparire,sarebbe stata un mezzo necessario, alla classe operaia,per eliminare gli ultimi borghesi,sopravvissuti all'inevitabile crollo del capitalismo e per attuare la prima,transitoria,fase del comunismo.Vediamo,dunque,in breve,come si articola la filosofia di Marx.I protagonisti della storia nella concezione marxiana,non sono gli individui,ma le classi:"La storia di ogni società,sinora esistita,è storia di lotte di classi".(Karl Marx,Friedrich Engels.Manifesto del partito comunista.Editori riuniti,pagina 54).Inoltre è il fattore socio-economico che determina l'individuo e le sue idee:"Più ci addentriamo a ritroso nella storia e più l'individuo e,quindi,anche l'individuo che produce,ci appare non autonomo ma parte di una totalità più vasta.L'uomo è nel senso più letterale del termine uno zoon politikon".(Karl Marx.Introduzione alla critica dell'economia politica.Editori Riuniti,pagine 4,5)."Le vostre idee sono anch'esse un prodotto dei rapporti borghesi di produzione e di proprietà,così come il vostro diritto non è che la volontà della vostra classe,innalzata a legge,una volontà il cui contenuto è determinato dalle condizioni materiali di vita della vostra classe".(Marx.Engels.Il Manifesto del partito comunista,pagina 72).E lo stato è così inteso da Marx:"Il potere politico dello stato moderno non è che un comitato il quale amministra gli affari comuni di tutta quanta la classe borghese".(Opera citata,pagina 56).Per opporsi alla dittatura borghese-capitalistica ed edificare l'ottima e giusta società comunista,senza classi,il proletariato agisce nel seguente modo:"Abbiamo già visto sopra come il primo passo,nella rivoluzione operaia,sia l'elevarsi del proletariato a classe dominante,la conquista della democrazia.Il proletariato si servirà della sua supremazia politica per strappare alla borghesia,a poco a poco,tutto il capitale per accentrare tutti gli strumenti di produzione nelle mani dello Stato,vale a dire del proletariato stesso,organizzato come classe dominante".(Opera citata,pagina 75)."Tra la società capitalistica e la società comunista vi è il periodo della trasformazione rivoluzionaria dell'una nell'altra.Ad esso corrisponde anche un periodo politico di transizione,il cui Stato non può essere altro che la dittatura rivoluzionaria del proletariato".(Karl Marx.Critica al programma di Gotha.Editori Riuniti,pagina30)."Questo stato proletario deve perdere la sua funzione non appena è stata spezzata la resistenza della vecchia borghesia.Infatti la rivoluzione proletaria porta ad una società a classe unica e,quindi,a una società senza classi,nella quale non ci può essere alcuna dittatura di classe".(Karl Popper.La società aperta e i suoi nemici.Secondo volume:Hegel e Marx,falsi profeti.Edizione Armando,pagina 158).Ma il progetto marxiano di determinare le condizioni per cui gli esseri umani siano obbligati a vivere,in piena armonia,tra di loro,nella perfetta società comunista,non è positivo come può sembrare:"Sia Platone che Marx sognano la rivoluzione apocalittica che trasfigurerà radicalmente il mondo sociale nella sua interezza.Questo totale,questo estremo radicalismo dell'approccio platonico,(come pure di quello marxiano),è,a mio giudizio,connesso con l'estetismo del suo autore,cioè con il desiderio di costruire un mondo che non sia,soltanto,un po' migliore e più razionale del nostro,ma che sia assolutamente esente da ogni imperfezione.Ma a questo punto sento il bisogno di protestare.Io non credo che le vite umane possano essere ridotte a strumenti al fine di soddisfare il desiderio di autoespressione di un artista:dobbiamo piuttosto pretendere che ad ogni uomo sia riconosciuto,se lo vuole,il diritto di foggiarsi ,da sè,la propria vita,nella misura in cui non ne risulta impedito l'analogo diritto degli altri.L'estetismo e il radicalismo ci portano, fatalmente, alla liquidazione della ragione.Questo atteggiamento irrazionale che scaturisce dall'intossicazione prodotta dai sogni di un mondo perfetto,lo chiamo Romanticismo.Esso può cercare la sua città celeste nel passato o nel futuro;può invocare il ritorno alla natura o il progresso verso un mondo di amore e di bellezza;ma il suo appello è sempre rivolto alle nostre emozioni,invece che alla ragione.Anche con le migliori intenzioni di realizzare il cielo in terra,esso riesce,solo,a trasformare questa terra in un inferno,quell'inferno che l'uomo soltanto riesce a preparare per i suoi simili".(Karl Popper.La società aperta e i suoi nemici.Secondo volume:Hegel e Marx,falsi profeti,pagine 230,231,232,235.).E per plasmare una nuova umanità i marxisti Lenin,Stalin e Mao Tse Tung organizzarono,effettivamente,degli infernali totalitarismi.

lunedì 29 agosto 2011

Il limite della legge.La mia critica delle tesi politiche di Hegel

Se il comunitarismo di Rousseau si ispira a quello di Platone,l'idea di Georg Wilhelm Friedrich Hegel del primato dello stato nei confronti dell'individuo si ricollega alla concezione etico-politica di Aristotele.Tale collegamento è sottolineato dallo storico della filosofia politica,Giuseppe Duso,(Il contratto sociale nella filosofia politica moderna.Edizione Il Mulino,pagina 332),quando enuncia la seguente tesi hegeliana:"Il tutto viene prima delle parti e il singolo,in quanto è negativo,viene dopo del positivo.Hegel si appoggia all'autorità di Aristotele per il quale,"secondo natura il popolo è precedente al singolo;e infatti il singolo separato non è nulla di autonomo,esso deve,similmente alle altre parti,essere in una unità con il tutto".(Le parole virgolettate dopo per il quale sono di Hegel).Un altro punto in comune,tra il pensiero hegeliano ed aristotelico,è ricordato dallo storico della filosofia,Mario Vegetti:"Engberg ha sicuramente ragione quando avvicina la virtù aristotelica alla Sittlichkeit hegeliana,contrapponendola alla Moralitat kantiana.Hegel approva,in effetti,in una celebre pagina della Fenomenologia quella" virtù antica che aveva il suo significato preciso e sicuro, perchè possedeva un fondamento pieno di contenuto nella sostanza del popolo e si proponeva come fine un bene effettuale già esistente".(L'etica degli antichi.Laterza,pagina 181).Nel sistema filosofico hegeliano la società civile è,intrinsecamente,disordinata, a causa dei molti,parziali e tra loro contrastanti interessi degli individui,pertanto essa viene superata dialetticamente dallo stato etico come rileva lo storico,statunitense,del pensiero politico, George Holland Sabine:"La società civile fu definita da Hegel il regno della necessità meccanica,la risultante delle forze irrazionali del desiderio individuale che è governato, particolarmente nel suo aspetto economico,da leggi che egli paragonava a quelle del moto planetario.Così la società considerata separatamente dallo stato,era rappresentata come governata da leggi amorali e,quindi,eticamente anarchica.Ne derivava,quindi,facilmente che lo stato che governa l'anarchia della società civile,era considerato l'unico fattore morale genuino,in tutto l'intero processo sociale.Era,quindi,ovvio,che lo stato dovesse essere assoluto,dato che esso e soltanto esso rappresenta i valori etici.E' anche, ovvio, che l'individuo consegua dignità morale e libertà morale solo in quanto si dedica al servizio dello stato".(Storia delle dottrine politiche.Etaslibri,pagina 504).Così,questa tesi,porta Hegel a contestare il concetto di legge dello stato liberale:"Questo paradosso fu risolto da Kant il quale affermò che la libertà di ciascuno deve essere limitata,ma non oltre lo stretto necessario,per assicurare un ugual grado di libertà a tutti.Hegel,naturalmente,conosce la soluzione di Kant ma non gli piace ed egli la presenta,senza accennare al suo autore,in questo modo sprezzante:"Per contrario niente è diventato più ordinario dell'idea che ciascuno debba limitare la sua libertà,in relazione alla libertà degli altri;e che lo stato sia la condizione in cui ha luogo tale limitazione reciproca e le leggi siano i limiti..In questi modi di vedere",egli continua,criticando la teoria di Kant,"la libertà è concepita soltanto,come un capriccio accidentale ed un arbitrio".(Karl Popper.La società aperta e i suoi nemici.Secondo volume:Hegel e Marx,falsi profeti.Edizione Armando,pagina 62.Il passo di Hegel,citato da Popper,è tratto dall'Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio.).Invece lo stato di Hegel non è formato da singoli cittadini,ma da corporazioni e,solo,all'interno di esse si è veramente cittadini.Al vertice della forma statale hegeliana,gerarchicamente organizzata,vi è il sovrano che comanda,attraverso la legge,nel modo migliore:"Nel governo considerato come totalità organica ,come volontà dello stato che tutto sostiene e tutto decide,la più alta cima dello stato e l'unità che compenetra tutto,è il potere governante del principe.Nella forma perfetta dello stato,in cui tutti i momenti del concetto hanno raggiunto la loro libera esistenza,questa soggettività non è una cosiddetta persona morale o una decisione che vien fuori da una maggioranza : forme nelle quali l'unità del volere che decide non ha un'esistenza  reale ma come individualità reale,è volontà di un individuo che decide:monarchia.La costituzione monarchica è perciò la costituzione della ragione sviluppata:tutte le altre costituzioni appartengono a gradi più bassi dello svolgimento e della realizzazione della ragione".E per essere ancora più preciso Hegel spiega,in un passo parallelo della Filosofia del Diritto,le citazioni precedenti sono tratte dalla sua Enciclopedia,che,"il momento della decisione ultima,questo autodeterminarsi assoluto, costituisce il principio distintivo del potere del sovrano come tale",e che,"questo momento assolutamente decisivo della totalità è un individuo,il monarca".(Karl Popper.La società aperta e i suoi nemici.Secondo volume,pagine 63,64.).E la monarchia difesa da Hegel è quella assolutistica,prussiana,in quanto secondo il filosofo Hegel,in essa si è pienamente sviluppato il principio della Libertà,proprio dello spirito germanico.Ciò è sostenuto,in modo più esteso,da Popper.(La società aperta e i suoi nemici.Secondo volume,pagine 66,67,68.).

domenica 28 agosto 2011

Il limite della legge.La mia critica delle idee politiche di Rousseau

Esponiamo,ora,le tesi di un altro filosofo antindividualista,Jean Jacques Rosseau.Prima di tutto è,però,necessario sottolineare il collegamento fra Rousseau e Platone,evidenziato dallo storico del pensiero politico,George Holland Sabine,nel seguente modo:"Rousseau desunse da Platone una prospettiva generale.Anzitutto la convinzione che la soggezione politica sia,essenzialmente,un fatto etico e,soltanto,in via secondaria,materia di legge e di potere.Secondo,e più importante,egli desunse da Platone il presupposto, implicito, in tutta la filosofia della città stato,che la comunità stessa sia la massima rappresentante della moralità ed esprima,quindi,il più alto valore etico".(Storia delle dottrine politiche,pagina 444).Ricordato ciò,per Rousseau,l'uomo originariamente buono,non è più tale ma è divenuto malvagio,da quando vive all'interno di una società,caratterizzata dalla disuguaglianza fra ricchi e poveri,le cui leggi,apparentemente,imparziali difendono,in realtà,i privilegi dei più abbienti.Per rimediare a questo il filosofo Rousseau sostiene quanto segue,(i passi di Rousseau che riporterò sono tratti dal testo,"Il contratto sociale nella filosofia politica moderna",a cura dello storico della filosofia politica Giuseppe Duso,edizione Il Mulino):"Dobbiamo distruggere la società,sopprimere il tuo e il mio e tornare a vivere con gli orsi nelle foreste? Conclusione alla maniera dei miei avversari; preferisco prevenirla,anzichè lasciar loro la vergogna di esprimerla".(Opera citata,pagina 213).Specificato l'impossibile ritorno alla condizione dello stato di natura,Rousseau afferma che,"Per mezzo di nuove associazioni rimediamo al vizio interno dell'associazione generale".(Opera citata,pagina 213).Sono,dunque,necessarie nuove istituzioni,per rendere integra la società corrotta.La politica è strettamente connessa alla morale:"Quelli che vorranno trattare,separatamente, la politica e la morale, non capiranno mai nulla di nessuna delle due".(Opera citata,pagina 216). E dato che l'interesse individuale è immorale,esso va bandito dall'organizzazione statale:"Ciascuno di noi mette in comune la sua persona e ogni suo potere sotto la suprema direzione della volontà generale;e riceviamo,in quanto corpo,ciascun membro come parte indivisibile del tutto.Al posto della persona singola di ciascun contraente,quest'atto di associazione produce subito un corpo morale e collettivo composto da tanti membri,quanti sono i voti dell'assemblea;da questo stesso atto tale corpo riceve la sua unità,il suo io comune,la sua vita e la sua volontà".(Opera citata,pagina 221)."Vi è, spesso, molta differenza tra la volontà di tutti e la volontà generale; questa mira, soltanto, all'interesse comune;l'altra all'interesse privato e non è che la somma di volontà particolari".(Opera citata,pagina 224).Inoltre nella repubblica di Rousseau per realizzare l'uguaglianza,la proprietà privata viene sostituita dalla concessione,sempre revocabile,che lo stato fa ad un cittadino di una parte uguale e limitata di territorio pubblico.Ma l'elemento, essenziale, che permette di formare la felice comunità, è la legge,espressione della volontà generale.Essa è redatta dal legislatore,guida illuminata indispensabile per la moltitudine,accecata dai propri particolarismi,ma è l'assemblea di tutti i cittadini che,direttamente,la rende effettiva,nel seguente modo:"Quando si propone una legge nell'assemblea del popolo,ciò che si domanda ai cittadini,non è, precisamente,se essi approvino la proposta oppure la respingano,ma se essa è conforme o no alla volontà generale che è la loro:ciascuno, dando il suo voto,esprime il suo parere;e dal calcolo dei voti si trae la dichiarazione della volontà generale.Quando,dunque,prevale il parere contrario al mio,ciò non significa altro che mi ero ingannato e che ciò che credevo essere la volontà generale non era tale.Se il mio parere particolare avesse prevalso,avrei fatto una cosa diversa da quello che volevo;e allora non sarei stato libero.Chiunque rifiuterà di obbedire alla volontà generale vi sarà costretto da tutto il corpo.Ciò non significa altro se non che lo si costringerà ad essere libero".(Opera citata,pagine 226,228).Insomma per Rousseau è la coscienza collettiva che,mediante la legge,decide cosa è bene e cosa è male e non la coscienza della singola persona.La pericolosità di questa idea sarà confermata,a quindici anni dalla morte di Rousseau,dal terrore giacobino,scatenato da Robespierre i cui crimini,in nome della libertà e della virtù,raggiungeranno il loro vertice massimo nel 1794.Il poeta Heine scrisse:"Massimiliano Robespierre altro non fu che la mano di Jean Jacques Rousseau".(Citazione tratta dal secondo volume dell'opera di Karl Popper,"La società aperta e i suoi nemici",pagina 144).

sabato 27 agosto 2011

Il limite della legge. La mia critica della concezione politica di Agostino e Tommaso d'Aquino

Agostino e Tommaso d'Aquino,invece,concepirono l'autorità politica come uno strumento per cristianizzare la società.Nel suo,"Storia delle dottrine politiche",lo statunitense George Holland Sabine,enuncia le seguenti idee del vescovo Agostino di Ippona:"Agostino,nella sua controversia con i Donatisti,affermò che,per il bene della sua anima,l'eretico deve essere costretto a ricevere istruzione".(Storia delle dottrine politiche.Etaslibri,pagina 146)."La sua idea più caratteristica è la concezione di una repubblica cristiana,inquadrata in una filosofia della storia,che la presenta come il culmine dello sviluppo spirituale umano".(Storia delle dottrine politiche,pagina 147)."Agostino afferma ,nel modo più reciso, la necessità che un vero stato debba essere cristiano.Vero stato deve essere quello in cui s'insegna la fede nella vera religione e,forse,anche quantunque Agostino non dica direttamente così,uno stato in cui essa è mantenuta dalla legge e dall'autorità.(Storia delle dottrine politiche,pagina 150).                                   Del pensiero politico di Tommaso d'Aquino,Sabine mette in evidenza quanto segue:"Come i suoi sudditi più infimi,il reggitore è giustificato nelle sue azioni,soltanto,in forza del suo contributo al bene comune.Il suo potere che Dio gli ha dato perchè sappia ordinare, felicemente, la vita umana,è un ministero,un servigio che egli deve alla comunità che regge.L'aspetto morale è quello che predomina, nel governo,e il dovere del sovrano consiste,quindi,nel dirigere l'azione di ciascuna classe dello stato,in modo che si possa raggiungere, in esso,quella vita felice e virtuosa che costituisce il vero fine della società umana.Naturalmente tutto ciò condurrà, infine,ad un bene che è al di là della società terrena,alla vita celeste.Ma la caratteristica di Tommaso consiste nel fatto che una buona vita politica costituisce,per lui,un elemento che contribuisce anche a questo fine ultimo".(Storia delle dottrine politiche,pagina 192)."I cristiani,soggetti ad un principe pagano,non sono giustificati,se gli negano obbedienza.Tuttavia l'eresia è considerata uno dei crimini peggiori,poichè falsifica la verità,da cui dipende la salvezza delle anime,e la chiesa può perciò assolvere, a buon diritto,i sudditi di un apostata o di un sovrano eretico.Ma la chiesa non dovrebbe neppure deporre un sovrano,per il solo fatto che è un infedele.La posizione ragionevole e moderata di Tommaso,su questo argomento,riflette l'influenza, su di lui,della comunità naturale di Aristotele".(Storia delle dottrine politiche,pagina 195).Anche da questa, estrema sintesi, della concezione politica dei due insigni teologi,mi sembra risulti chiaro che la teocrazia,difesa da Agostino e Tommaso d'Aquino,pur essendo i due teologi,non sempre intolleranti,non rispettava,minimamente,la libertà dell'individuo,in quanto chi non era cristiano veniva automaticamente additato quale pericoloso sovvertitore dell'ordinata chiesa-stato,da isolare come gli ebrei o da eliminare come gli eretici.

venerdì 26 agosto 2011

Il limite della legge.La mia critica delle tesi politiche di Aristotele

Aristotele,per il quale è minima la differenza fra il contenuto della Repubblica e delle Leggi.(Politica,Laterza,pagine 42,43),critica taluni mezzi proposti da Platone,in questi due dialoghi,per costruire la città stato ideale,ma tale fine è condiviso, pure, dal filosofo Aristotele.Infatti nel settimo libro della politica,Aristotele descrive la migliore costituzione,affermando quanto segue:"Chi vuol fare una ricerca conveniente sulla costituzione migliore,deve precisare dapprima qual è il modo di vita più desiderabile".(Politica,pagina 221)."La vita migliore,per ciascuno,da un punto di vista individuale,e,per gli stati,da un punto di vista collettivo,è quella vissuta con la virtù".(Politica,pagina 223)."Resta da dire se bisogna ammettere che la felicità di ciascun uomo,nella sua singolarità,e dello stato,sia la stessa o non la stessa.Ma è chiaro anche questo:tutti dovrebbero convenire che è la stessa.Quanti a proposito del singolo fanno consistere la vita felice,nelle ricchezze,costoro ritengono beato uno stato,nella sua totalità,se è ricco;quanti pregiano sopra ogni cosa,la vita tirannica,dovranno ammettere che lo stato più felice è quello che ha il più grande dominio;chi approva un individuo per la virtù,dirà che più felice è lo stato che è più morale".(Politica,pagina 224)."La legge è ordine".(Politica,pagina 230)."L'oggetto che ci proponiamo è di scoprire la costituzione migliore,quella cioè sotto la quale uno stato sarà governato nel modo migliore,e uno stato sarà governato,nel modo migliore,sotto la costituzione che gli garantisce di essere felice al massimo".(Politica,pagine 247,248).Da queste parole emerge,con evidenza,che il comportamento del singolo cittadino non è autonomo,rispetto all'ordinamento politico legislativo,sotto il quale viene a trovarsi.La felicità di ognuno coincide,necessariamente,con quella collettiva,assicurata dall'ottima costituzione e non si può,pertanto,raggiungere,da soli,una vita felice.Così Aristotele considera normale,questa volta in sintonia,anche nei mezzi con Platone,difendere i seguenti sconfinamenti della legge nell'ambito privato:il legislatore stabilisce quanti devono essere gli abitanti della città stato e quale il loro carattere,(Politica,pagina 230);i pasti in comune vengono ritenuti utili,(Politica,pagina 242);il controllo del matrimonio e della procreazione:"Spetta al legislatore prestare attenzione al congiungimento dei sessi,quando cioè e quali persone conviene che abbiano tra loro rapporti matrimoniali".(Politica pagine 256,257).Su tale questione Aristotele,però,si distingue da Platone,non prevedendo punizioni per i celibi.Altri provvedimenti legislativi raccomandati da Aristotele,in netta antitesi con l'umanità e la libertà individuale,sono i seguenti:l'obbligatorietà del'infanticidio:"Sia legge di non allevare nessun bimbo deforme".(Politica,pagina 258),e dell'aborto:"E se alcune coppie sono feconde,oltre tale limite,bisogna procurare l'aborto".(Politica,pagina 258);l'allevamento militaresco dei bambini.(Politica,pagina 259).Il filosofo di Stagira,Aristotele,poi,all'inizio dell'ottavo ed ultimo libro della Politica,ribadisce la propria posizione antindividualista e,dunque,riafferma l'onnipresenza,indispensabile,delle leggi della città stato:"Nessuno tra i cittadini deve ritenere di appartenere a se stesso,ma tutti allo stato,perchè ciascuno è parte dello stato e la cura di ciascuna parte deve,naturalmente,tener conto della cura del tutto".(Politica,pagina 263).

giovedì 25 agosto 2011

Il limite della legge.La mia critica delle idee politiche di Platone

L'ospite ateniese,uno dei tre personaggi del dialogo platonico intitolato,"Leggi",così si esprime intorno al fine proprio di chi legifera:"E' giusto cominciare dalla virtù e dire che,in sua funzione, il legislatore ha legiferato".(Leggi,Laterza,pagina 40)."Esse",(le leggi),"sono giuste e rendono felici quelli che vivono in loro.Esse sanno dare ogni bene e i beni sono di due specie:quelli umani e quelli divini".(Leggi,pagina 41).L'ospite ateniese,dopo aver elencato i beni umani,quali la salute,la bellezza,la forza di correre e di fare tutti gli altri movimenti del corpo e la ricchezza,accompagnata dall'intelligenza e quelli divini,ossia l'intelligenza,la saggia e temperante condizione dell'anima,la giustizia e il coraggio,continua a dire:"E dopo di ciò,ogni altra norma ch'egli impartirà ai suoi cittadini,dovrà annunciarla in funzione di questi valori.Egli dovrà aver cura,nella sua legislazione,delle nozze e,quindi,della generazione e dell'educazione dei figli.Egli dovrà sorvegliarli e studiarli e rimproverarli,con giustizia,e dar loro lode ed incitamento,con lo steso mezzo della legge".(Leggi,pagina 41)."E'necessario che il legislatore sorvegli i modi del comprare e dello spendere da parte dei cittadini.Io vi dico che così,dopo aver visto tutti gli aspetti della virtù,giungeremo a dimostrare,se piacerà al dio,che ciò che ora abbiamo studiato,le leggi, hanno il loro proprio fine,nell'attuazione integrale della virtù".(Leggi,pagina 42).Platone,dunque,afferma che le leggi hanno il compito di procurare la felicità ai cittadini,costringendoli ad essere virtuosi.Tale funzione, del sistema legislativo, è confermata,chiaramente,nel prosieguo delle "Leggi".Platone,infatti,ritiene giusto censurare l'arte nei suoi contenuti,in modo che non sia indifferente alla virtù,(Leggi,pagina 67,71);stabilisce leggi che,violando pesantemente,la sfera privata,disciplinano il matrimonio e puniscono i celibi,(Leggi,pagina 138),ed altre che controllano la procreazione,(Leggi,pagina 206).Altre principali norme che il filosofo Platone prescrive,nell'interesse dell'ottima città stato,sono le seguenti:il numero dei cittadini deve essere di 5040 e nessuno di essi può possedere,nè oro,nè argento,ma ,solo, una limitata proprietà terriera,(Leggi,pagine 156,163,164);l'obbligatorietà dei pasti in comune,(Leggi,pagine 202,203);la restrittiva regolamentazione del commercio,(Leggi,pagine 280,281);pene contro gli atei,(Leggi,pagina 348);l'istituzione di un consiglio supremo che ha il ruolo di custode delle leggi e di guida divina della città stato,(Leggi,pagine 407,409,418).E'essenziale,insomma,per Platone,che la vita privata non sia indipendente,rispetto a quanto prevedono le leggi.E sono ancora le parole dell'ospite ateniese che dichiarano tale concetto:"Chi pensa di promulgare leggi agli stati,sul modo in cui bisogna vivano i cittadini ed agiscano,limitatamente agli affari pubblici e comuni e insieme ritiene di non dover fare altrettanto,per quanto è di necessità,nel campo della vita privata,chi pensa che ognuno deve avere la facoltà di vivere come vuole la sua giornata,senza che tutte le sue azioni debbano avvenire, secondo una regolamentazione e permettendo che gli affari privati siano senza disciplina di legge e crede,poi,che i cittadini vorranno vivere,mediante la legge,nella vita pubblica della comunità,commette un errore".(Leggi,pagina 202).Lo storico della filosofia,Mario Vegetti,commentando questo passo osserva che,secondo il progetto politico di Platone,"Occorrerà sorvegliare ogni momento della vita pubblica e privata,dal gioco alle feste,dal banchetto alla danza.C'è in tutto questo,un senso quasi insopportabile di senilità e costrizione.Ma il Platone delle Leggi crede che nessuno sforzo vada risparmiato e nessuno sforzo sia del tutto sufficiente, per garantire l'interiorizzazione dell'ossequio alla legge,la sua trasformazione in costume stabile e radicato".(Mario Vegetti.L'etica degli antichi.Laterza,pagine 140,141).Ma l'idea che la legislazione debba imporre agli individui di vivere,in un dato modo,per la realizzazione della società perfetta,non fu solo di Platone,ma venne ripresa e sviluppata,variamente,da altri illustri pensatori,quali Aristotele,Agostino,Tommaso d'Aquino,Rousseau,Hegel e Marx.

mercoledì 24 agosto 2011

Il limite della legge

Nel 1992 formulai uno scritto,intitolandolo,Il limite della legge,in cui espressi delle mie opinioni critiche,nei confronti di taluni aspetti del pensiero di Platone,Aristotele,Agostino,Tommaso d'Aquino,Rousseau,Hegel e Marx.Ciò non mi impedì,allora,nè mi impedisce,oggi,di riconoscere le idee positive di tali pensatori.Inoltre tengo a precisare che,pur condividendo molte delle tesi di Kant,Kelsen e Popper,non è mia intenzione idealizzarli.Infine riporterò in questo mio blog il mio scritto,Il limite della legge,suddividendolo in nove parti e aggiungendo a ciascuna di esse un titolo.

martedì 16 agosto 2011

Gli scandali di Nicole Minetti ed Elvira Savino

Nicole Minetti,in passato ballerina televisiva,è stata eletta,nel 2010,Consigliere regionale della Lombardia,in quanto amante del Presidente del Consiglio,Silvio Berlusconi.Tale fatto è stato,implicitamente,ammesso dall'avvocato di Nicole Minetti,accusata di favoreggiamento,per il cliente Silvio Berlusconi,della prostituzione,il quale  ha detto che la sua assistita ha avuto una relazione con il medesimo Berlusconi.La tesi,sostenuta dal suddetto avvocato,è stata avanzata per negare che Nicole Minetti abbia compiuto,pure lei,degli atti sessuali a pagamento,con Silvio Berlusconi,ma ciò non convince,giacchè,in base alle intercettazioni telefoniche,è lecito ipotizzare che Nicole Minetti,in cambio di molto denaro,abbia compiuto degli atti sessuali con Silvio Berlusconi.Elvira Savino,mai iscritta ad alcun partito politico,è stata eletta Deputata,nel 2008,in quanto amica di Silvio Berlusconi.Infatti Silvio Berlusconi,dopo aver conosciuto la suddetta Elvira Savino,la impose quale candidata nel proprio partito,personale,(Peter Gomez.Marco Travaglio.Marco Lillo.Papi.Uno scandalo politico.Edizione Chiarelettere,pagina 251.).Insomma Silvio Berlusconi,per propri interessi personali,ha fatto eleggere due donne,in importanti cariche politiche,prive di competenza politica,dato che sia Nicole Minetti sia Elvira Savino,prima della loro elezione,non hanno mai svolto alcuna attività politica in nessun partito.Questi altri due scandali,in aggiunta agli altri che ho rammentato,nel mio blog,rendono Silvio Berlusconi non degno di ricoprire la carica politica di Presidente del Consiglio,da cui doveva dimettersi,già da più di due anni fa! e da cui deve dimettersi e a conferma di ciò, citerò quanto affermò il filosofo statunitense,Michael Walzer,in un'intervista al quotidiano,"La Repubblica",in data 17 luglio 2009:"Ho sempre pensato,e lo penso ancora,che la vita privata di un politico non debba essere oggetto di dibattito pubblico.Il privato,però,diventa pubblico in due casi.Anzitutto quando un uomo politico difende,pubblicamente,i valori della famiglia,della religione,e poi,nel privato,si comporta in spregio di quei valori.Ma è ancora più grave quando un politico usa il proprio ruolo,per richiedere favori sessuali,o distribuisce cariche in cambio di quei favori.Quindi,nel caso di Berlusconi,il privato è, ovviamente,pubblico,e deve essere soggetto a dibattito pubblico".

lunedì 15 agosto 2011

La distinzione tra il liberalismo e il liberismo formulata da Benedetto Croce

Il liberalismo si distingue dal liberismo,come ben spiegò il filosofo Benedetto Croce,sostenendo le argomentazioni che,adesso,qui,passo a citare."La formula economica del liberismo ha comuni il carattere e l'origine con quella politica del liberalismo.Alla pretesa autoritaria di determinare innanzi come gli uomini debbano politicamente pensare e comportarsi,risponde di tutto punto la pretesa di determinare,allo stesso modo, in economia,per esempio,il prezzo delle cose,il giusto prezzo;e all'una e all'altra si oppongono liberalismo e liberismo.La difficoltà si fa innanzi non appena al liberismo economico si dia valore di legge suprema della vita sociale.La difficoltà si scioglie col riconoscere il primato non dell'economico liberismo,ma all'etico liberalismo e col trattare i problemi economici della vita sociale sempre in rapporto a questo.Il quale aborre dalla regolamentazione autoritaria dell'opera economica,in quanto la considera mortificazione delle facoltà inventive dell'uomo e perciò ostacolo all'accrescimento dei beni o della ricchezza;e in ciò si muove nella stessa linea del liberismo.Ma non può accettare che beni siano soltanto quelli che soddisfano il libito individuale,e ricchezza solo l'accumulamento dei mezzi a tal fine;e non può accettare che questi siano beni e ricchezza,se tutti non si pieghino a strumenti di elevazione umana.Ciò posto il problema si pone per il liberalismo nel determinare,secondo luoghi e tempi e nel caso dato,non già se un certo provvedimento sia liberistico,ma se sia liberale;non se sia quantitativamente produttivo,ma se sia qualitativamente pregevole;non se la sua qualità sia gradevole a uno o più,ma se sia salutare all'uno,ai più e a tutti,all'uomo,nella sua forza e dignità di uomo.Può darsi,anzi,così è,che il liberalismo approvi molte o la maggior parte delle richieste e dei provvedimenti del liberismo ai quali tanti benefici deve la moderna civiltà;ma esso li approva non per ragioni economiche,sibbene per ragioni etiche.Per le stesse ragioni,respinge o restringe,in altri casi,certe altre richieste,che,sotto nome di libertà,ostacolano la libertà.Quel che noi procuriamo di presentare, in chiari termini critici,si può dire riconosciuto dagli stessi economisti,i quali,(tranne i propagandisti),hanno sempre ammesso che il principio del lasciar fare e lasciar passare,non si possa prenderlo in modo assoluto e bisogni limitarlo.La disputa ridiventa quella circa il carattere di un dato provvedimento,se sia liberale o illiberale,moralmente buono o cattivo.E ben si potrà,con la più sincera e vivida coscienza liberale,sostenere provvedimenti e ordinamenti che i teorici dell'astratta economia classificano come socialistici.Una seria opposizione di principio al socialismo è soltanto quella che oppone all'etica e politica autoritaria,che è nel suo fondo,l'etica e politica liberale".(Benedetto Croce.Etica e Politica.Laterza,pagine 263,265,266,267.).

domenica 14 agosto 2011

Un fatto inspiegabile ed altri strani fatti che mi sono capitati

Il 13 giugno 2008 mi capitò un fatto inspiegabile che,adesso,renderò noto.Di ritorno da Merlara,in provincia di Padova,mi fermai,a pochi chilometri da Ferrara,per buttare in un cassonetto dei rifiuti varie cose che avevo portato via dalla casa di Merlara,ultimando lo sgombero della medesima casa,per poterla consegnare al nuovo proprietario vuota.Ebbene dentro il bagagliaio della mia automobile trovai una busta con sedici banconote da centomila lire.Ora questi soldi non potevano essere nè di mia mamma,poichè mia madre se avesse avuto del denaro messo via me lo avrebbe detto prima,purtroppo,della sua morte,nè di mio papà,giacchè dopo la morte,purtroppo,di mio padre,sia io che mia mamma cercammo fra le cose di mio papà,per vedere se avesse lasciato dei soldi,ma non trovammo alcun denaro.I suddetti soldi,inoltre,non erano nemmeno delle due mie sorelle,visto che quando dissi loro ciò che mi era capitato entrambe le mie sorelle esclusero di essersi dimenticate del denaro nella casa in cui vissero tanti anni fa,a Merlara.E così non avendo trovato una spiegazione convincente di quanto mi è successo,ritengo che tale fatto possa essere considerato un miracolo,compiuto dalla mia cara mamma,per aiutarmi.In ogni caso la realtà è la seguente:in data 16 giugno 2008,mi recai presso la filiale di Ferrara della Banca d'Italia,dove le sedici banconote da centomila lire,da me trovate nel bagagliaio della mia automobile,mi vennero cambiate in 826 euro.Inoltre mi sono capitati altri fatti strani che mi fanno sperare che,dopo la morte,vi sia un'altra vita.Tali fatti sono i seguenti:qualche volta mi è sembrato di sentire la voce della mia cara mamma che diceva il mio nome,ossia Giovanni,e la prima volta che mi accadde ciò fu dopo poche ore dalla morte,purtroppo,della mia cara mamma;alcuni giorni dopo la morte,purtroppo,della mia cara mamma trovai una vanga,appoggiata sul muro posteriore della casa,in cui abitavo a Merlara,mentre la suddetta vanga fino a due giorni prima non era lì;molte volte,di notte e di mattino presto,ho sentito bussare alla porta della stanza in affitto dove abitavo a Ferrara e ciò qualche volta mi è successo anche qui,a Cerreto d'Esi,in provincia di Ancona,dove attualmente abito;alcune volte mi è sembrato che gli occhi della mia cara mamma da una fotografia mi abbiano guardato,mentre osservavo tale fotografia.

sabato 13 agosto 2011

Elogio della socialdemocrazia di Eduard Bernstein

Eduard Bernstein nel libro,"I presupposti del socialismo e i compiti della socialdemocrazia",nel 1899,criticò il comunismo di Karl Marx e formulò la teoria politica della socialdemocrazia.Poichè Eduard Bernstein,di nazionalità tedesca,è,purtroppo,poco conosciuto nonostante il fatto che le sue idee politiche socialdemocratiche,abbiano vinto la contesa con quelle comuniste,intendo citare alcune tesi di Eduard Bernstein,contenute nel suddetto libro."Questo saggio è dedicato a fornire una motivazione ad alcune idee che ho svolto in un indirizzo al congresso del partito della socialdemocrazia tedesca,tenutosi a Stoccarda  dal 3 all'8 ottobre 1898.Dicevo in quella lettera:Io mi sono opposto all'idea che noi siamo alla vigilia di un imminente crollo della società borghese e che la socialdemocrazia debba definire,e quindi far dipendere la sua tattica dalla prospettiva di una tale imminente catastrofe sociale generale.I fautori di questa teoria si appoggiano sulle affermazioni del Manifesto comunista.L'acutizzazione dei rapporti sociali non si è compiuta nel modo raffigurato nel Manifesto.Il numero dei possidenti non è diminuito,bensì aumentato.L'enorme aumento della ricchezza sociale non è accompagnato dalla progressiva diminuzione numerica dei magnati del capitale,ma da un aumento numerico di capitalisti di ogni grado.Gli stati intermedi mutano il loro carattere ma non scompaiono dalla scala sociale.Dal punto di vista politico noi vediamo che i privilegi della borghesia capitalistica,in tutti i paesi progrediti,cedono gradualmente il passo a istituzioni democratiche.La legislazione di fabbrica,la democratizzazione delle amministrazioni comunali,la liberazione dei sindacati e delle cooperative dalle pastoie legali,caratterizza l'attuale livello dello sviluppo.La teoria del valore-lavoro è fuorviante anzitutto perchè il valore-lavoro si presenta come criterio di misura dello sfruttamento dell'operaio da parte del capitalista.La teoria del valore offre tanto poco una norma per giudicare della giustizia o ingiustizia nella distribuzione del prodotto del lavoro,quanto la teoria dell'atomo offre una norma per giudicare della bellezza o bruttezza di una pittura.Tanto è vero che gli operai meglio occupati,noi li incontriamo proprio nelle industrie che hanno un saggio di plusvalore molto elevato,mentre quelli più vergognosamente angariati li incontriamo proprio in quelle che lo hanno molto basso.La British Review del 22 maggio 1897,riporta alcune cifre sull'incremento dei redditi in Inghilterra ,dal 1851 al 1881.In base ad esse l'Inghilterra contava,nel 1851,300.000,nel 1881,990.000 famiglie con redditi che vanno dalle 150 alle 1000 sterline.La Francia,su un totale di 8.000.000 di famiglie,ha 1.700.000 famiglie in condizioni di reddito medio,contro 6.000.000 di lavoratori e 160.000 ricchi.In Prussia nel 1894-95 ,su una popolazione di 33 milioni circa,321.296 persone godevano di un reddito superiore a 3000 marchi.Nel 1897-98 il loro numero era salito a 347.328.Non diversa è la situazione dello stato più industrializzato della Germania,la Sassonia,dove dal 1879 al 1890 il numero dei redditi tra 1600 e 3300 marchi,sale da 62.140 a 91.124,quello dei redditi tra i 3300 e i 9600 marchi,da 24.414 a 38.841.E' dunque falso ritenere che l'attuale sviluppo indichi una relativa o addirittura assoluta diminuzione del numero dei possidenti.Il numero dei possidenti aumenta non più o meno,ma semplicemente più,ossia in senso assoluto e in senso relativo.Se la società fosse costituita o si fosse sviluppata secondo le ipotesi della dottrina socialista,il crollo economico sarebbe soltanto una questione di breve periodo.Ma non è così.Ben lungi dall'essersi semplificata, rispetto a quella precedente,la struttura della società si è in larga misura graduata e differenziata,sia per quanto concerne il livello dei redditi,sia per quanto concerne le attività professionali.L'agricoltura mostra una stasi o una recessione, sotto il profilo della dimensione delle aziende.Per quanto concerne la Germania,il censimento delle aziende del 1895 indica,rispetto al 1882,l'aumento più forte nel gruppo della media azienda contadina.,che è dell'8%, e ancor più forte è l'incremento della superficie agricola occupata,che è al 9%.La piccola azienda contadina,mostra l'aumento più forte,dopo quello precedente:3.5%l'aumento delle aziende e 8%quello della superficie territoriale.Le aziende minuscole registrano un aumento del 5,8% e la superficie occupata un aumento del 12%.Un aumento dell1% mostrano le grandi aziende contadine.Per il 1895, oltre i due terzi della superficie totale vanno alle tre categorie di aziende contadine,quasi un quarto alle grandi aziende.Se passiamo all'Olanda, qui la grande azienda è retrocessa,mentre la media azienda contadina di piccole dimensioni registra un notevole aumento.In Francia,nel 1882, la grande azienda contadina rappresentava un quinto della superficie coltivata.Dal 1862 al 1882 le aziende tra i 5 e i 10 ettari erano aumentate del 24%,quelle trai 10 e i 40 ettari del 14,28%.In Inghilterra e Galles,nel 1876,14 milioni di acri erano proprietà di 1704 proprietari,con 3000 acri e oltre per ciascuno.I restanti 19 milioni di acri si suddividono tra 150.000 proprietari di 1 acro e oltre,e una massa sconfinata di proprietari di piccoli appezzamenti.Nel Regno Unito,nel 1892,vi erano 176.520 proprietari di più di 10 acri.Anche qui,dunque,abbiamo una diminuzione delle grandi e grandissime aziende e un aumento delle piccole e medie aziende contadine.In Irlanda è nota la prevalenza dei piccoli contadini,ovvero dei piccoli fittavoli.Lo stesso vale per l'Italia.In base a tutti questi dati non può esservi alcun dubbio sul fatto che in tutta l'Europa occidentale,come negli stati orientali dell'Unione americana,la piccola e media azienda avanza dappertutto e la grande o grandissima azienda arretra.Che cos'è democrazia?La risposta sembra molto semplice:governo del popolo.Ci avvicineremo di più alla soluzione se traduciamo democrazia in assenza del dominio di classe,indicando con ciò un assetto sociale in cui nessuna classe goda di un privilegio politico di fronte alla collettività.Noi giudichiamo non democratica l'oppressione di una minoranza da parte della maggioranza.Nel concetto di democrazia è implicita l'uguaglianza dei diritti ,di tutti i membri della comunità,nella quale trova i suoi limiti quel governo della maggioranza in cui si risolve il governo del popolo.Non per l'assenza di ogni legge la democrazia può distinguersi,ma solo per l'assenza di leggi che creano o ratificano privilegi fondati sulla proprietà,sulla estrazione sociale e sulla confessione religiosa e per l'abolizione di tutte le leggi che limitano l'universale uguaglianza giuridica,l'uguale diritto di tutti.La socialdemocrazia non vuole distruggere questa società o proletarizzare l'intera massa dei suoi membri;essa anzi opera per elevare il lavoratore dalla condizione sociale di proletario a quella di cittadino.Non esiste idea liberale che non appartenga anche al contenuto ideale del socialismo.Lo stesso principio della responsabilità economica individuale,non può essere negato.Senza responsabilità non c'è libertà.Che il tempo mi abbia dato ragione,confermando le mie deduzioni,credo di poterlo affermare con sicurezza.I dati statistici che in questa nuova edizione,(1920),ho fornito nelle note aggiunte,riguardo allo sviluppo delle aziende e alla ripartizione del reddito,dimostrano che lo sviluppo ha seguito la via indicata in questo libro".(Eduard Bernstein.I presupposti del socialismo e i compiti della socialdemocrazia.Laterza,pagine,3,4,83,89.90,91,92,106,107,108,109,110,183,184,192, 193,271).

venerdì 12 agosto 2011

L'Italia deve opporsi al liberismo dell'Unione Europea

L'Italia deve opporsi alla politica liberista dell'Unione Europea,mantenendo la propria legislazione sociale.In particolare deve essere conservato lo Statuto dei lavoratori,non devono essere ridotti i diritti dei pensionati e non deve essere diminuita la spesa per l'assistenza sanitaria pubblica.Inoltre l'Italia deve rifiutare un altro punto del liberismo dell'Unione Europea, ossia quello delle privatizzazioni.Infatti lo Stato italiano deve preservare il proprio ruolo nell'economia,in concorrenza con quello,ben maggiore,svolto dai privati,sia rimanendo proprietario di alcune aziende statali,che operano a livello nazionale,come,ad esempio,l'Eni,l'Enel,le Poste,le Ferrovie,sia continuando ad avere la proprietà e la gestione,tramite i Comuni,di alcuni servizi pubblici,a livello locale,come,ad esempio,quello dell'acqua,dei trasporti e della raccolta dei rifiuti,sempre,ovviamente,in concorrenza con i servizi attuati dai privati.

giovedì 11 agosto 2011

Le centoventidue donne che mi piacciono di più

A me piacciono tutte le donne,anche quelle non belle,ma mentirei a me stesso e agli altri se negassi che alcune donne mi piacciono più delle altre.Passo,quindi,a citare le centoventidue donne che mi piacciono di più.Monica Bellucci,attrice.Ornella Muti,attrice.Stefania Sandrelli,attrice.Edwige Fenech,attrice.Gloria Guida,attrice.Sabrina Ferilli,attrice.Sharon Stone,attrice.Demi Moore,attrice.Kim Basinger,attrice.Nina Senicar,valletta.Francesca Dellera,attrice.Caterina Balivo,presentatrice.Jessica Rizzo,pornoattrice.Brigitta Bulgari,pornoattrice.Luana Borgia,pornoattrice.Rachel Starr,pornoattrice.Cicciolina,ex pornoattrice.Eva Henger,ex pornoattrice.Selen,ex pornoattrice.Eva Orlowski,ex pornoattrice.Angela Cavagna,ex valletta.Valentine Demi,pornoattrice.Naomi Campbell,ex modella.Claudia Schiffer,ex modella.Elle Macpherson,ex modella.Eva Herzigova,modella.Martina Colombari,Miss Italia 1991.Aida Yespica,ballerina.Claudia Koll,ex attrice.Carla Bruni,ex modella.Edelfa Chiara Masciotta,Miss Italia 2005.Barbara Chiappini,valletta.Giulia Montanarini,ballerina.Anna Falchi,valletta.Valeria Marini,ballerina.Alba Parietti,presentatrice.Belen Rodriguez,valletta.Elisabetta Canalis,ex velina.Federica Nargi,velina.Costanza Caracciolo,velina.Alena Seredova,valletta.Gloria Zanin,Miss Italia 1992.Pamela Anderson,attrice.Samantha De Grenet,valletta.Ilary Blasi,valletta.Cristina Chiabotto,Miss Italia 2004.Emanuela Folliero,presentatrice.Manuela Arcuri,attrice.Natalia Bush,valletta.Michelle Hunziker,presentatrice.Milly D'Abbraccio,pornoattrice.Gisele Bundchen,modella.Adriana Lima,modella.Sexy Luna,pornoattrice.Francesca Chillemi,Miss Italia 2003.Maria Perrusi,Miss Italia 2009.Elena Ossola,valletta.Pamela Prati,ex ballerina.Serena Grandi,attrice.Antonella Del Lago,pornoattrice.Eva Grimaldi,attrice.Valeria Mazza,ex modella.Angela Melillo,ballerina.Arianna David,Miss Italia 1993.Eleonora Benfatto,Miss Italia 1989.Claudia Andreatti,Miss Italia 2006.Nadia Cassini,ex attrice.Cristina Del Basso,valletta.Melita Toniolo,valletta.Adriana Volpe,valletta.Stefania Orlando,valletta.Melissa Satta,ex velina.Debora Caprioglio,attrice.Federica Moro,Miss Italia 1982.Anna Kanakis,Miss Italia 1977.Carmen Di Pietro,attrice.Maddalena Corvaglia,ex velina.Ludmilla Radcenko,valletta.Francesca Neri,attrice.Simona Ventura,presentatrice.Ramona Badescu,attrice.Antonella Elia,valletta.Paola Barale,ballerina.Roberta Capua,Miss Italia1986.Miriana Trevisan,ex velina.Veridiana Mallman,ex velina.Miriam Leone,Miss Italia 2008.Silvia Toffanin,presentatrice.Tinì Cansino,ex valletta.Carmen Russo,ex ballerina.Rosa Fumetto,ex spogliarellista.Christiane Filangieri,attrice.Tania Zamparo,Miss italia 2000.Magda Gomes,valletta.Giorgia Palmas,ex velina.Elena Barolo,ex velina.Raffaella Fico,valletta.Lorenza Mario,ballerina.Matilde Brandi,ballerina.Francesca Cipriani,valletta.Maria Grazia Cucinotta,attrice.Debora Salvalaggio,valletta.Natasha Stefanenko,valletta.Bianca Balti,modella.Eva Riccobono,modella.Lory Del Santo,valletta.Rossella Brescia,ballerina.Luisa Corna,presentatrice.Vanessa Incontrada,presentatrice.Nina Moric,valletta.Filippa Lagerback,valletta.Pamela Miti,pornoattrice.Elena Santarelli,valletta.Antonella Mosetti,valletta.Juliana Moreira,valletta.Sofia Gucci,pornoattrice.Francesca Testasecca,Miss Italia 2010.Cristina Quaranta,ex velina.Ana Laura Ribas,ex velina.Fanny Cadeo,ex velina.Alessia Fabiani,valletta.Mascia Ferri,ex valletta.

mercoledì 10 agosto 2011

La meritocrazia si concilia con l'uguaglianza di fronte alla legge

Risulta possibile conciliare la meritocrazia con l'uguaglianza,di fronte alla legge,di tutti i cittadini.Infatti il merito dei cittadini deve essere premiato e ciò non contrasta con l'uguaglianza dei cittadini,dato che l'uguaglianza,lo ribadisco,è da intendersi,unicamente,rispetto alla legge e non come un'uguaglianza assoluta,tale da eliminare le differenze qualitative fra gli individui.

martedì 9 agosto 2011

Il fine non giustifica i mezzi

Nessun fine,nemmeno il più giusto dei fini,può giustificare l'uso di mezzi ingiusti per realizzare il suddetto fine massimamente giusto.Supponiamo,infatti,che dei combattenti per la libertà vogliano compiere un attentato contro un feroce dittatore.Ebbene se tale attentato causasse,in modo certo,la morte anche di un solo innocente,i suddetti combattenti per la libertà dovrebbero astenersi dall'attuare il suddetto attentato.

lunedì 8 agosto 2011

Il riferimento al lavoro va tolto dall'articolo 1 della Costituzione della Repubblica Italiana

Il lavoro è un concetto economico e,dunque,non c'entra nulla con la definizione politica dell'Italia.Pertanto,in base all'articolo 50 della Costituzione della Repubblica Italiana,chiesi,nel 1999,mediante una petizione,alla Camera dei Deputati,di approvare una legge costituzionale che riformuli l'articolo 1 della Costituzione della Repubblica Italiana,nel seguente modo:"L'Italia è una Repubblica democratica.La sovranità appartiene al popolo,che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione."Nel 2008 rinnovai tale mia richiesta in un'altra petizione.

domenica 7 agosto 2011

Intercettazioni telefoniche e testimonianze provano che Silvio Berlusconi è un abituale cliente di prostitute

Silvio Berlusconi,come tutti,può condurre la propria vita privata come gli pare,ma in quanto politico non deve mentire ai cittadini facendo loro credere di essere un difensore del valore della famiglia e dei valori cattolici,e poi,invece,comportarsi nella propria vita privata in modo del tutto incoerente con i suddetti valori.Ecco per quale motivo intendo evidenziare che Silvio Berlusconi è un cliente abituale di prostitute,in base alle prove che passo ad elencare.1)Una testimone dichiarò che nel capodanno del 2008,a villa Certosa, una residenza di Berlusconi,in Sardegna,vi erano delle prostitute che compirono atti sessuali,a pagamento,con il medesimo Berlusconi.(Peter Gomez.Marco Travaglio.Marco Lillo.Papi.Uno scandalo politico.Edizione Chiarelettere,pagine 257 e 258).2)La prostituta Patrizia D'Addario dichiarò in interviste a giornali e televisioni di avere compiuto un rapporto sessuale con Silvio Berlusconi,per avere in cambio un  favore,da parte del medesimo Berlusconi.Inoltre Patrizia D'Addario quando fu ospite la prima volta nella residenza,a Roma, di Berlusconi,a palazzo Grazioli,quando non si fermò a passare la notte con Berlusconi e perciò venne pagata con 1000 euro,invece di 2000 euro,affermò di avere visto,nella predetta residenza,due prostitute che si prostituiscono in coppia,e,dunque,ovviamente tali prostitute compirono contemporaneamente entrambe degli atti sessuali,a pagamento,con Berlusconi.(Opera citata,pagine 302,303,304).3)Gianpaolo Tarantini,imputato per favoreggiamento della prostituzione,dichiarò in un interrogatorio alla Guardia di Finanza di Bari,il 29 luglio 2009,quanto passo a citare."Vanessa Di Meglio non disdegna di essere retribuita per prestazioni sessuali.Ho favorito le prestazioni sessuali della Di Meglio,con il Presidente Berlusconi,a Roma,il 5 settembre 2008.Ricordo che la Di Meglio si fermò a palazzo Grazioli. L'8 ottobre 2008 corrisposi a Barbara Guerra e Ioana Visan una somma di denaro per l'eventualità che potessero avere un rapporto sessuale con il Presidente Berlusconi.Ricordo che sia Ioana Visan sia Barbara Guerra si fermarono a casa del Presidente Berlusconi.Il 17 dicembre 2008 pagai Camilla Cordeiro Charao che si fermò dal Presidente Berlusconi"(Corriere della Sera.9/9/2009,pagina 10).4)La prostituta Nadia Macrì in un'intervista ad Annozero dichiarò di avere compiuto degli atti sessuali,a pagamento,con Silvio Berlusconi.5)La prostituta Maria Teresa De Nicolò dichiarò ai magistrati di Bari di avere compiuto,contemporaneamente con due altre prostitute,degli atti sessuali con Silvio Berlusconi.(La Repubblica del 3 agosto 2010).6)Numerose intercettazioni telefoniche hanno provato che molte prostitute,in diverse occasioni,ebbero rapporti sessuali con Silvio Berlusconi nella villa di Arcore del medesimo Berlusconi,tanto è vero che Lele Mora,Nicole Minetti ed Emilio Fede sono stati accusati dalla Procura della Repubblica di Milano del reato di favoreggiamento della prostituzione,per avere portato le suddette prostitute nella suddetta residenza di Berlusconi.Concludo,da un lato,rammentando che il Presidente del Consiglio,Silvio Berlusconi,è imputato,in un processo a Milano,con l'accusa di prostituzione minorile e ciò,ovviamente,è un reato e non solo un comportamento del tutto incoerente del politico Silvio Berlusconi,rispetto ai valori difesi dalla sua politica,dall'altro,ribadendo che Silvio Berlusconi deve rassegnare le dimissioni dalla carica politica di Presidente del Consiglio,per avere ripetutamente mentito ai cittadini.

sabato 6 agosto 2011

La critica crociana del materialismo storico

In data 8 giugno 1995,io conseguii la Laurea in Filosofia,presso l'Università di Padova,con il voto di 104,con una tesi intitolata nel seguente modo."La critica crociana del materialismo storico".Nella mia tesi ho riproposto,in forma sintetica,le critiche formulate dal filosofo Benedetto Croce,nei confronti della filosofia di Karl Marx,per il motivo che ho esposto nella prima pagina della mia tesi e che,ora,passo qui a riportare."Per spiegare il fine che questo scritto si propone di raggiungere,mi sembra assai efficace la seguente riflessione di Benedetto Croce,intorno al comunismo sovietico:"Del Regno della Libertà auspicato dal Marx si è perso finanche il ricordo e sulla sua abolizione dello stato si fa silenzio,perchè in luogo dell'abolizione si è avuto un potenziamento dell'ingerenza statale accentrante e regolante a suo modo ogni opera,ogni pensiero e perfino l'arte e la poesia che sono state politicizzate.Ma che cosa si vuole inferire da questo? Che il comunismo non si è attuato in Russia?Ma che esso non potesse attuarsi per ragioni intrinseche era già dimostrato dalla critica del suo principio direttivo;e il non essersi attuato in Russia  non aggiunge nulla a tale dimostrazione e neppure si può dire che la confermi,perchè un fatto che non è accaduto ora e colà,potrebbe accadere in avvenire e altrove,semprechè non fosse logicamente contraddittorio e perciò impossibile"(Benedetto Croce.Per la storia del comunismo in quanto realtà politica.Laterza,pagina 23). É,dunque,possibile confutare l'ideologia marxista,ignorando ogni riferimento ai diversi regimi comunisti esistiti ed esistenti".Aggiungo un'altra mia citazione dalla mia suddetta tesi:"Le democrazie hanno combattuto ed in gran parte sconfitto il capitalismo disumano,senza seguire la strategia indicata da Marx per vincerlo,dato che,per il filosofo di Treviri,il capitalismo era in sè malvagio e solo l'avvento del comunismo avrebbe eliminato ogni ingiustizia.Purtroppo la democrazia non ha realizzato la società perfetta;ma ciò è dovuto all'imperfezione che contraddistingue gli esseri umani.L'ideologia marxiana considerava la dittatura del proletariato un mezzo,necessariamente violento,per instaurare il paradiso comunista.Ma tale paradiso era un'utopia.E Croce critica l'utopismo marxiano.Oltre a tale critica,le altre obiezioni crociane al materialismo storico,che mi paiono convincenti ,sono le seguenti:1)Non è vero che l'economia subordini a sè la filosofia,la morale,la religione,l'arte,la politica e la coscienza individuale.2)Il materialismo storico non è una filosofia della storia,ma un modo per analizzare i fatti storici,che presta attenzione all'influenza esercitata su di essi dall'economia.3)La duplice teoria del plusvalore e del pluslavoro non regge di fronte alle argomentazioni della scienza economica.4)La storia non è opera delle classi,ma degli individui.5)La storiografia ha dimostrato l'imprecisione della storia dell'economia,formulata da Marx.6)La caduta tendenziale del saggio di profitto è un'ipotesi teoricamente non valida.E a conferma della sua non validità nella teoria,essa non si è mai verificata nella pratica.7)Lo storicismo di Marx,ossia la pretesa di prevedere ciò che accadrà in futuro,si è rivelato infondato.Benedetto Croce si oppose al marxismo,non solo per tutelare la libera economia ma,soprattutto,per difendere il diritto degli individui di pensare ed agire liberamente,nel rispetto della libertà altrui".(Giovanni Bello.La critica crociana del materialismo storico.Pagine 100,101,102,116,117.).

venerdì 5 agosto 2011

La situazione della Borsa dipende da cause economiche

L'attuale crisi della Borsa italiana è determinata da cause economiche e non è collegata,in alcun modo,con l'azione politica del Governo Berlusconi,e tale crisi,non sarebbe stata collegata, all'azione politica,di qualsiasi altro governo fosse stato in carica,al posto di quello attuale.Infatti la situazione,positiva o negativa,della Borsa,dipende dagli scambi finanziari di chi investe in essa.Anche il debito dello Stato italiano non c'entra nulla con l'attività finanziaria borsistica ed i titoli di stato sono dei prestiti che i cittadini fanno allo Stato,per ricavarne un guadagno ,con gli interessi del denaro riavuto indietro dallo Stato,e non sono,quindi,investimenti in Borsa.Nonostante ciò,di recente,è stata approvata,per contrastare la suddetta crisi della Borsa di Milano,una manovra economica,con il voto a favore della maggioranza che sostiene il Governo Berlusconi,e con il voto contrario dell'opposizione,che,però,sbagliando,ha consentito che tale manovra venisse approvata,in tempi rapidissimi, e,così,la suddetta manovra economica,è risultata essere inutile ed ingiusta,poichè ha aumentato la pressione fiscale sui cittadini e sulle famiglie.Lo Stato,per ridurre il proprio debito,doveva,invece,ridurre le spese,abolendo il Senato,i Consigli regionali,le province,i comuni con meno di mille abitanti,i sottosegretari,i consigli circoscrizionali,le comunità montane,i consorzi di bonifica,eliminando,quasi tutte,le auto blu,riducendo a dodici i Ministeri e a due le Autorità Garanti,tagliando,drasticamente,gli stipendi dei politici,diminuendo le spese militari e sostituendo,con un dirigente amministrativo,ogni consiglio di amministrazione degli enti pubblici.

giovedì 4 agosto 2011

La ragione per cui io vivo

La vita ci è stata donata dai nostri genitori e,pertanto,si deve vivere poichè non si deve rifiutare ciò che i nostri genitori hanno voluto donarci,ossia appunto la vita.Inoltre io voglio continuare a vivere il più possibile dato che ho paura della morte.Infine l'esistenza è contrassegnata,purtroppo,dal dolore e per moltissimi individui,purtroppo,l'esistenza si è conclusa assurdamente con la morte nelle età che precedono la vecchiaia e per tutti si concluderà inevitabilmente,purtroppo,con la morte nell'età della vecchiaia,ma esistendo si è felici volendo bene ai propri parenti ed amici e provando molti piaceri di vario tipo.

mercoledì 3 agosto 2011

Brevissima nota sull'esistenzialismo

L'esistenzialismo è una filosofia pessimistica ed i principali esponenti di tale filosofia sono i seguenti:Giacomo Leopardi,Arthur Schopenauer,Martin Heidegger,Karl Jaspers,Jean Paul Sartre,Albert Camus,Giuseppe Rensi,Emil Cioran.I filosofi esistenzialisti hanno avuto il merito di affermare la verità sulla nostra esistenza,mettendone in luce purtroppo il suo aspetto triste,dato che tutti i piaceri della nostra vita sono destinati a finire con la morte.

martedì 2 agosto 2011

La democrazia consente anche le opinioni non violente antidemocratiche

La democrazia consente anche ai nemici della democrazia di esprimere le proprie opinioni.Pertanto la democrazia tollera chi sostiene delle tesi antidemocratiche,purchè esse non incitino a perpetrare atti violenti contro le persone o contro la democrazia.In tale caso se l'incitamento alla violenza è generico,allora la sanzione per chi lo commette deve essere pecuniaria.Se,invece,si tratta di un'istigazione a delinquere che ha indotto un altro o altri a perpetrare una specifica violenza,contro una o più persone,chi si è reso responsabile della suddetta istigazione a delinquere deve essere punito con il carcere.

lunedì 1 agosto 2011

Due miei esposti all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni

Qui riporterò il testo di un mio esposto che inviai,il 30 marzo 2010,all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni."Segnalo all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni,affinchè proceda d'ufficio,(articolo 10,comma uno,della legge 22 febbraio 2000,n.28)quanto segue:in data 26 marzo 2010,il telegiornale di Rai Uno,delle ore 20,il telegiornale di Rai Due,delle ore 20,30,il telegiornale di Italia Uno,delle ore 18,30,il telegiornale di Rete Quattro,delle ore 18,55 ed il telegiornale di Canale Cinque,delle ore 20,hanno riservato uno spazio,privilegiato,al Presidente del Consiglio,Silvio Berlusconi,violando,così,in modo palese,l'articolo 5 della legge 22 febbraio 2000,n.28,che prevede,al primo comma,la parità di trattamento,per tutti i politici,durante la campagna elettorale,ed in questo caso si trattava della campagna elettorale,relativa alle elezioni in tredici regioni dell'Italia".Aggiungo che,in data 21 maggio 2011,ho inviato un altro esposto,alla suddetta Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni,segnalando che i medesimi telegiornali di Rai Uno,Rai Due,Canale Cinque,Italia Uno e Rete Quattro,in data 20 maggio 2011,negli stessi suddetti orari,ed il medesimo Silvio Berlusconi,hanno violato,nello stesso modo,da me denunciato nel mio suddetto esposto,l'articolo 5,primo comma,della legge 22 febbraio 2000,n.28,in occasione della campagna elettorale per il secondo turno delle elezioni comunali di Milano e Napoli.