sabato 13 agosto 2011

Elogio della socialdemocrazia di Eduard Bernstein

Eduard Bernstein nel libro,"I presupposti del socialismo e i compiti della socialdemocrazia",nel 1899,criticò il comunismo di Karl Marx e formulò la teoria politica della socialdemocrazia.Poichè Eduard Bernstein,di nazionalità tedesca,è,purtroppo,poco conosciuto nonostante il fatto che le sue idee politiche socialdemocratiche,abbiano vinto la contesa con quelle comuniste,intendo citare alcune tesi di Eduard Bernstein,contenute nel suddetto libro."Questo saggio è dedicato a fornire una motivazione ad alcune idee che ho svolto in un indirizzo al congresso del partito della socialdemocrazia tedesca,tenutosi a Stoccarda  dal 3 all'8 ottobre 1898.Dicevo in quella lettera:Io mi sono opposto all'idea che noi siamo alla vigilia di un imminente crollo della società borghese e che la socialdemocrazia debba definire,e quindi far dipendere la sua tattica dalla prospettiva di una tale imminente catastrofe sociale generale.I fautori di questa teoria si appoggiano sulle affermazioni del Manifesto comunista.L'acutizzazione dei rapporti sociali non si è compiuta nel modo raffigurato nel Manifesto.Il numero dei possidenti non è diminuito,bensì aumentato.L'enorme aumento della ricchezza sociale non è accompagnato dalla progressiva diminuzione numerica dei magnati del capitale,ma da un aumento numerico di capitalisti di ogni grado.Gli stati intermedi mutano il loro carattere ma non scompaiono dalla scala sociale.Dal punto di vista politico noi vediamo che i privilegi della borghesia capitalistica,in tutti i paesi progrediti,cedono gradualmente il passo a istituzioni democratiche.La legislazione di fabbrica,la democratizzazione delle amministrazioni comunali,la liberazione dei sindacati e delle cooperative dalle pastoie legali,caratterizza l'attuale livello dello sviluppo.La teoria del valore-lavoro è fuorviante anzitutto perchè il valore-lavoro si presenta come criterio di misura dello sfruttamento dell'operaio da parte del capitalista.La teoria del valore offre tanto poco una norma per giudicare della giustizia o ingiustizia nella distribuzione del prodotto del lavoro,quanto la teoria dell'atomo offre una norma per giudicare della bellezza o bruttezza di una pittura.Tanto è vero che gli operai meglio occupati,noi li incontriamo proprio nelle industrie che hanno un saggio di plusvalore molto elevato,mentre quelli più vergognosamente angariati li incontriamo proprio in quelle che lo hanno molto basso.La British Review del 22 maggio 1897,riporta alcune cifre sull'incremento dei redditi in Inghilterra ,dal 1851 al 1881.In base ad esse l'Inghilterra contava,nel 1851,300.000,nel 1881,990.000 famiglie con redditi che vanno dalle 150 alle 1000 sterline.La Francia,su un totale di 8.000.000 di famiglie,ha 1.700.000 famiglie in condizioni di reddito medio,contro 6.000.000 di lavoratori e 160.000 ricchi.In Prussia nel 1894-95 ,su una popolazione di 33 milioni circa,321.296 persone godevano di un reddito superiore a 3000 marchi.Nel 1897-98 il loro numero era salito a 347.328.Non diversa è la situazione dello stato più industrializzato della Germania,la Sassonia,dove dal 1879 al 1890 il numero dei redditi tra 1600 e 3300 marchi,sale da 62.140 a 91.124,quello dei redditi tra i 3300 e i 9600 marchi,da 24.414 a 38.841.E' dunque falso ritenere che l'attuale sviluppo indichi una relativa o addirittura assoluta diminuzione del numero dei possidenti.Il numero dei possidenti aumenta non più o meno,ma semplicemente più,ossia in senso assoluto e in senso relativo.Se la società fosse costituita o si fosse sviluppata secondo le ipotesi della dottrina socialista,il crollo economico sarebbe soltanto una questione di breve periodo.Ma non è così.Ben lungi dall'essersi semplificata, rispetto a quella precedente,la struttura della società si è in larga misura graduata e differenziata,sia per quanto concerne il livello dei redditi,sia per quanto concerne le attività professionali.L'agricoltura mostra una stasi o una recessione, sotto il profilo della dimensione delle aziende.Per quanto concerne la Germania,il censimento delle aziende del 1895 indica,rispetto al 1882,l'aumento più forte nel gruppo della media azienda contadina.,che è dell'8%, e ancor più forte è l'incremento della superficie agricola occupata,che è al 9%.La piccola azienda contadina,mostra l'aumento più forte,dopo quello precedente:3.5%l'aumento delle aziende e 8%quello della superficie territoriale.Le aziende minuscole registrano un aumento del 5,8% e la superficie occupata un aumento del 12%.Un aumento dell1% mostrano le grandi aziende contadine.Per il 1895, oltre i due terzi della superficie totale vanno alle tre categorie di aziende contadine,quasi un quarto alle grandi aziende.Se passiamo all'Olanda, qui la grande azienda è retrocessa,mentre la media azienda contadina di piccole dimensioni registra un notevole aumento.In Francia,nel 1882, la grande azienda contadina rappresentava un quinto della superficie coltivata.Dal 1862 al 1882 le aziende tra i 5 e i 10 ettari erano aumentate del 24%,quelle trai 10 e i 40 ettari del 14,28%.In Inghilterra e Galles,nel 1876,14 milioni di acri erano proprietà di 1704 proprietari,con 3000 acri e oltre per ciascuno.I restanti 19 milioni di acri si suddividono tra 150.000 proprietari di 1 acro e oltre,e una massa sconfinata di proprietari di piccoli appezzamenti.Nel Regno Unito,nel 1892,vi erano 176.520 proprietari di più di 10 acri.Anche qui,dunque,abbiamo una diminuzione delle grandi e grandissime aziende e un aumento delle piccole e medie aziende contadine.In Irlanda è nota la prevalenza dei piccoli contadini,ovvero dei piccoli fittavoli.Lo stesso vale per l'Italia.In base a tutti questi dati non può esservi alcun dubbio sul fatto che in tutta l'Europa occidentale,come negli stati orientali dell'Unione americana,la piccola e media azienda avanza dappertutto e la grande o grandissima azienda arretra.Che cos'è democrazia?La risposta sembra molto semplice:governo del popolo.Ci avvicineremo di più alla soluzione se traduciamo democrazia in assenza del dominio di classe,indicando con ciò un assetto sociale in cui nessuna classe goda di un privilegio politico di fronte alla collettività.Noi giudichiamo non democratica l'oppressione di una minoranza da parte della maggioranza.Nel concetto di democrazia è implicita l'uguaglianza dei diritti ,di tutti i membri della comunità,nella quale trova i suoi limiti quel governo della maggioranza in cui si risolve il governo del popolo.Non per l'assenza di ogni legge la democrazia può distinguersi,ma solo per l'assenza di leggi che creano o ratificano privilegi fondati sulla proprietà,sulla estrazione sociale e sulla confessione religiosa e per l'abolizione di tutte le leggi che limitano l'universale uguaglianza giuridica,l'uguale diritto di tutti.La socialdemocrazia non vuole distruggere questa società o proletarizzare l'intera massa dei suoi membri;essa anzi opera per elevare il lavoratore dalla condizione sociale di proletario a quella di cittadino.Non esiste idea liberale che non appartenga anche al contenuto ideale del socialismo.Lo stesso principio della responsabilità economica individuale,non può essere negato.Senza responsabilità non c'è libertà.Che il tempo mi abbia dato ragione,confermando le mie deduzioni,credo di poterlo affermare con sicurezza.I dati statistici che in questa nuova edizione,(1920),ho fornito nelle note aggiunte,riguardo allo sviluppo delle aziende e alla ripartizione del reddito,dimostrano che lo sviluppo ha seguito la via indicata in questo libro".(Eduard Bernstein.I presupposti del socialismo e i compiti della socialdemocrazia.Laterza,pagine,3,4,83,89.90,91,92,106,107,108,109,110,183,184,192, 193,271).

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