sabato 2 luglio 2011

Il Partito Socialdemocratico Referendario Italiano

Il 16 agosto del 2005,in base all'articolo 49 della Costituzione della Repubblica Italiana,decisi di fondare il Partito Socialdemocratico Referendario Italiano.Il partito,da me fondato,intende promuovere,in base all'articolo 75 della Costituzione della Repubblica Italiana,due referendum di cui passo ad esporre il contenuto.Il primo referendum si propone di abolire la cosiddetta legge Merlin che dispose,nel 1958,la chiusura dei locali di prostituzione.Abolendo la predetta legge
sarà possibile legalizzare la prostituzione riaprendo dei locali di meretricio,i cui proprietari saranno dei privati ed in cui ci staranno delle prostitute,maggiorenni e non costrette a prostituirsi e l'accesso a tali locali sarà vietato ai minorenni.Il secondo referendum si prefigge lo scopo di abrogare,in parte,la legge,del 1965,che stabilisce le indennità dei parlamentari.Mediante la parziale abolizione della predetta legge verranno eliminati i privilegi,economici,dei parlamentari.Tra il 20 giugno del 2006 ed il 4 settembre del 2006,denunciai,alle competenti Procure della Repubblica,per il reato di attentato ai diritti politici del cittadino,(articolo 294 del Codice Penale),i Direttori,nel predetto periodo,dei seguenti giornali:Corriere della Sera,Il Gazzettino,La Repubblica,La Stampa,L'Espresso,L'Arena di Verona,Il Mattino di Padova,Il Giornale,Panorama.Le mie denunce sono state ingiustamente archiviate,nonostante l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni avesse ipotizzato la rilevanza penale della censura perpetrata dai suddetti giornali ai miei danni,di una lettera relativa ad una mia iniziativa referendaria volta ad abrogare la cosiddetta legge Merlin,per far riaprire i locali di prostituzione.In data 15 agosto 2006,Il Resto del Carlino pubblicò la mia predetta lettera.Specifico che Il Resto del Carlino erroneamente firmò la mia lettera,Giovanni Bello,Padova,invece di Giovanni Bello,Merlara (Padova).In data 12 dicembre 2006 giunse al Presidente della Repubblica Italiana,Giorgio Napolitano,una mia missiva in cui resi noto,al medesimo Presidente della Repubblica,Napolitano che una mia lettera,con cui volevo informare la cittadinanza italiana della mia intenzione di promuovere un referendum contro i privilegi,economici,dei parlamentari,è stata censurata dai seguenti giornali:Panorama,Il Gazzettino,Corriere della Sera,La Stampa,Il Mattino di Padova,Il Giorno,Il Giornale di Vicenza,La Voce di  Rovigo,Gazzetta di Mantova,La Repubblica,L'Arena di Verona,L'Espresso,Il Giornale.Specifico che il Presidente della Repubblica,Napolitano,non ha risposto alla mia lettera.Tra il 15 dicembre del 2006 ed il 10 febbraio del 2007 feci affiggere 232 manifesti,suddivisi,in numero diverso,nelle seguenti località:Padova e tre comuni in provincia di Padova,ossia Monselice,Este,Montagnana;Rovigo e tre comuni in provincia di Rovigo,ossia Adria,Lendinara,Badia Polesine;Verona e sei comuni in provincia di Verona,ossia Legnago,Cerea,Bovolone,Nogara,San Bonifacio,Cologna Veneta;Ferrara e un comune in provincia di Ferrara,ossia Bondeno;Mantova e un comune in provincia di Mantova,ossia Ostiglia;Vicenza e due comuni in provincia di Vicenza,ossia Noventa Vicentina e Lonigo.Nei suddetti manifesti invitai delle persone,di cittadinanza italiana e maggiorenni,a recarsi assieme a me,presso la cancelleria della Corte di Cassazione,a Roma,per presentare i due suddetti referendum.Purtroppo solo due cittadini accettarono il mio invito e,così,non potei attuare le mie due iniziative politiche,giacchè dieci è il numero minimo di cittadini previsti dalla legge per presentare un referendum presso la suddetta Corte di Cassazione.Aggiungo che,il 27 settembre del 2007,La Voce di Rovigo pubblicò,in prima pagina,un proprio articolo polemico nei miei confronti,in cui trattò il tema del partito da me fondato.Concludo specificando che il partito da me fondato continua a sussistere soltanto da un punto di vista teorico.

Nessun commento:

Posta un commento