venerdì 20 maggio 2016

Alcune giuste tesi di Giuseppe Mazzini

Passo a citare alcune giuste tesi di Giuseppe Mazzini,il politico ed il filosofo dell'Italia repubblicana."Agli operai italiani.Di mezzo al moto normale degli uomini del Lavoro è sorta un'Associazione che minaccia falsarlo nel fine,nei mezzi e nello spirito al quale v'ispiraste finora e dal quale soltanto otterrete vittoria.Parlo dell'Internazionale.Quest'Associazione,fondata anni addietro in Londra e alla quale io ricusai fin da principio la mia cooperazione,è diretta da un Consiglio,anima del quale è Carlo Marx,tedesco,uomo d'ingegno acuto ma,come quello di Proudhon,dissolvente,di tempra dominatrice,geloso dell'altrui influenza,senza forti credenze filosofiche o religiose e,temo,con più elemento d'ira,s'anche giusta,che non d'amore nel cuore.Il Consiglio,composto d'uomini appartenenti a paesi diversi e nei quali sono diverse le condizioni del popolo,non può avere unità di concetto positivo sui mali esistenti e sui rimedi possibili,ma deve inevitabilmente conchiudere più che altro a semplici negazioni...Negazione della Patria,della Nazione:cioè del punto d'appoggio alla leva colla quale potete operare a pro di voi medesimi e dell'Umanità...Negazione d'ogni proprietà individuale-cioè d'ogni stimolo alla produzione da quello della necessità di vivere infuori.La proprietà,quando è conseguenza del Lavoro,rappresenta l'attività del corpo,dell'organismo,come il pensiero rappresenta quella dell'anima:è il segno visibile della nostra parte nella trasformazione nel mondo materiale,come le nostre idee,i nostri diritti di libertà e d'inviolabilità della coscienza sono il segno della nostra parte nella trasformazione del mondo morale.Chi lavora e produce ha diritto sui frutti del proprio lavoro;in questo risiede il diritto di proprietà.E se la maggiore o minore attività nel lavoro è sorgente d'ineguaglianza,quell'ineguaglianza materiale è pegno d'eguaglianza morale,conseguenza del principio che ogni uomo deve essere retribuito a seconda dell'opera sua:avere quanto egli ha meritato.Bisogna tendere all'impianto d'un ordine di cose nel quale la proprietà non possa diventar monopolio...Ma l'abolizione della proprietà individuale,e la sostituzione della proprietà collettiva sopprimerebbero ogni sprone al lavoro-sopprimerebbero ogni stimolo a dare,coi miglioramenti e col pensiero dato ai prodotti futuri,il più alto valore possibile di produzione alla proprietà...Nè prolungherò questo ingrato esame.I pochi punti toccati devono,parmi,bastarvi per giudicare,se dall'Internazionale possa o no venirvi salute.No;voi non lascerete,per proposte siffatte,la via calcata sinora e io potrò,sino all'ultimo giorno,movere su quella con voi".(Giuseppe Mazzini.Mazzini e l'Internazionale.E-book,pagine 33,34,37,38,39.).

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