venerdì 2 settembre 2011

Il limite della legge.La mia approvazione delle idee politiche di Popper

L'ultimo dei filosofi di cui qui si tratta,Karl Popper,prima di esporre il suo pensiero sulle leggi,critica,severamente,proprio la filosofia politica della quale ho parlato per prima,ossia quella di Platone:"Benchè io ammiri molte cose nella filosofia di Platone,non ritengo sia mio compito quello di aggiungere, agli altri, un nuovo atto di omaggio al suo genio.E'la tendenza totalitaria della filosofia politica di Platone che io cercherò di analizzare e di criticare".(Karl Popper.La società aperta e i suoi nemici.Primo volume:Platone totalitario.Edizione Armando,pagina 59)."Platone sostiene che l'individuo umano non può essere autosufficiente,a causa delle limitazioni inerenti alla natura umana.Lo stato,quindi,deve essere posto più in alto dell'individuo,dato che soltanto lo stato può essere perfetto ed è in grado di compensare la necessaria imperfezione dell'individuo".(Opera citata,pagina 114)."Platone ama presentare la sua missione come quella del guaritore del corpo malato della società.Ma il ruolo che egli assegna alla medicina,getta luce sul carattere totalitario della città di Platone,nella quale l'interesse dello stato domina la vita del cittadino,dall'unione dei genitori fino alla sua tomba".(Opera citata,pagina 198).Questi duri giudizi di Popper,nei confronti del pensiero politico platonico,sono attenuati dalla seguente considerazione:"Mi sembra che la dichiarazione da parte di Platone della volontà di rendere felici lo stato e i cittadini non sia meramente propagandistica.Io sono pronto a riconoscere la fondamentale bontà del suo proposito".(Opera citata,pagina 241).Invece di quello platonico è il pensiero politico di altre figure dell'antica Grecia,a cui Popper ricollega la propria posizione,intorno alla legislazione statale:"L'egualitarismo è la richiesta che i cittadini dello stato siano trattati imparzialmente,è la richiesta che la nascita,i rapporti familiari o la ricchezza,non intervengano a influenzare coloro che amministrano la giustizia nei confronti dei cittadini.Questo principio egualitario era stato mirabilmente formulato da Pericle,in un'orazione che ci è stata tramandata da Tucidide.Le nostre leggi,disse Pericle,assicurano un'eguale giustizia a tutti indistintamente nelle loro dispute private.Pericle era andato più avanti.Noi non dobbiamo sentirci in diritto,egli disse,di importunare il nostro vicino,se decide di comportarsi a modo suo".(Opera citata,pagine 140,141,149,150).Popper cita ancora l'orazione di Pericle:"La libertà di cui godiamo si estende alla vita quotidiana,non infastidiamo il nostro prossimo se preferisce vivere a suo modo.Ma questa libertà non ci rende anarchici.Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati e le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa".(Opera citata,pagina 261).Anche al filosofo Licofrone si ispira la filosofia politica popperiana:"Aristotele ci dice che Licofrone considerava la legge dello stato,come un patto per mezzo del quale gli uomini si garantiscono reciprocamente la giustizia,(e non che ha il potere di rendere i cittadini buoni o giusti)".(Opera citata,pagina 164).Detto ciò esponiamo,quindi,la teoria della legge di  Popper:"Che cosa pretendiamo da uno stato?Ciò che richiedo allo stato è protezione non solo per me stesso,ma anche per gli altri.Chiedo protezione per la mia propria libertà e per quella degli altri.Io chiedo che lo stato limiti la libertà dei cittadini,il più equamente possibile e non più di quanto è necessario per attuare una eguale limitazione della libertà.Liberalismo e intervento statale non sono tra loro in antitesi.Al contrario qualsiasi genere di libertà è chiaramente impossibile,se non è garantito dallo stato".(Opera citata,pagine 159,160,161).Popper rileva che coloro che rifiutano questa sua argomentazione sostengono che,"i funzionari dello stato dovrebbero preoccuparsi della moralità dei cittadini e dovrebbero usare il loro potere non tanto per la protezione della libertà dei cittadini,quanto per il controllo della loro vita morale.In altre parole è la pretesa che l'ambito della legalità,cioè delle norme imposte dallo stato,sia allargato a spese dell'ambito della moralità propriamente detta,cioè delle norme imposte non dallo stato,ma dalle nostre proprie convinzioni morali,dalla nostra coscienza.Coloro che avanzano tali richieste,evidentemente,non si rendono conto che tutto ciò rappresenterebbe la fine della responsabilità morale degli individui e non migliorerebbe ma distruggerebbe la moralità".(Opera citata,pagina 163).Per offrire un quadro esauriente della dottrina giuridico politica del filosofo,austriaco,Popper,va aggiunta la seguente citazione dall'opera,La società aperta e i suoi nemici.Primo volume:Platone totalitario.Secondo volume:Hegel e Marx falsi profeti:"La libertà illimitata significa che un uomo forte è libero di tiranneggiare un debole e di privarlo della sua libertà.Questa è la ragione per cui chiediamo che lo stato limiti,in qualche misura,la libertà in modo che la libertà di ciascuno risulti protetta dalla legge.Ora io credo che queste considerazioni,che precedentemente mi sono preoccupato di applicare al campo dell'intimidazione fisica,debbano essere applicate anche al campo economico.Anche se lo Stato protegge i suoi cittadini dal rischio di essere tiranneggiati dalla violenza fisica,esso può fallire i nostri fini,se non riesce a proteggere dall'abuso del potere economico.Noi dobbiamo costruire istituzioni sociali imposte dalla forza dello Stato,per la protezione degli economicamente deboli,nei confronti degli economicamente forti.Lo Stato deve vigilare a che nessuno sia costretto dalla paura della fame o della rovina economica ad assoggettarsi a una transazione iniqua"(Karl Popper.La società aperta e i suoi nemici.Secondo volume,pagine 163,164).In conclusione,a mio parere,lo spazio in cui devono e possono agire le leggi non è sconfinato.Il limite che nessuna legge deve superare è quello oltre il quale vi è la coscienza della singola persona alla quale,unicamente,spetta la decisione di agire bene o no e di scegliere in quale modo condurre la propria vita.

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