lunedì 23 novembre 2015

Gli irrisolti problemi del conflitto di interessi e della partitocrazia sulla Rai

Il problema del conflitto di interessi,ossia del servirsi di una carica politica,per difendere e favorire propri interessi privati e il problema della partitocrazia sulla Rai,cioè il potere dei partiti politici sulla Rai,non sono stati risolti.E così,purtroppo,non sono state attuate le giuste proposte avanzate,tanti anni fa,dal politologo Giovanni Sartori,per risolvere i due suddetti problemi e tali giuste proposte,ora,passo a rammentare,citandole."Il Berlusconi capo del governo o dell'opposizione protegge e favorisce un suo impero mediatico privato,che a sua volta lo aiuta ad essere un primo eletto.Ridetto per esteso,Berlusconi usa Mediaset,e cioè il suo privato potere mediatico,per acquisire quel potere politico che sorregge,appunto,i suoi privilegi e la sua intoccabilità.Insomma,il potere politico gli mantiene Mediaset,e a sua volta Mediaset gli assicura il potere politico.Una democrazia non può accettare regole sleali e,per esse,una competizione falsata da un concorrente privilegiato.E se il grosso degli italiani non afferra la gravità del problema,allora viene il sospetto che il potere mediatico di Berlusconi sia addirittura tale da annebbiare la mente degli italiani".(Giovanni Sartori.Mala Tempora.Laterza,pagine 335,336;30 giugno 1999.)."Ricordo che sin dal 1957 esiste una legge,(per l'esattezza il D.P.R.30 marzo 1957,n.361...),che stabilisce la ineleggibilità per incompatibilità.Resta da chiedere come mai la legge del 1957 sia restata lettera morta.L'ovvia risposta è che fatta la legge si è lestamente trovato il cavillo per renderla inoperante.Così,nel caso Mediaset,l'incompatibile risulta Confalonieri e non Berlusconi".(Opera citata,pagina 340;6 luglio 1999.)."Non c'è dubbio al mondo che Berlusconi si trovi in flagrante conflitto di interessi,vuoi che sia capo del governo oppure leader dell'opposizione.Perchè il Cavaliere si avvale del possesso di un impero di strumenti di comunicazione di massa,per conquistare il potere politico,e poi usa il potere politico per rafforzare il suo potere economico".(Opera citata,pagina 342;27 settembre 1999.)."Il punto non è,si avverta,che si dovrebbe imporre a Berlusconi una vendita forzosa.No,è che Berlusconi dovrebbe scegliere.Se vuole il potere politico,allora,deve rinunciare al potere privato,(restando,s'intende,un ricco come prima).Se invece vuole il potere privato,allora non può ambire al potere politico...Poniamo,in ipotesi,che Berlusconi venga dichiarato ineleggibile.Questo divieto cosa gli sposta? Assolutamente nulla.La legge non richiede che il capo del governo o un qualsiasi membro del governo siano parlamentari.Basterebbe una proposta di legge di un solo articolo che stabilisse l'interpretazione corretta del testo del 1957,precisando che la ineleggibilità o il divieto di nomina si applica a chi effettivamente possiede e controlla una società".(Opera citata,pagine 349,350;22 febbraio 2001.)."Io non criminalizzo la ricchezza,nè ritengo che la politica debba essere vietata a chi possiede un impero economico.Si deve però vietare che l'impero economico si trasformi in un impero politico che cattura lo Stato.E il fatto è che Berlusconi sempre più massicciamente condiziona o controlla gli strumenti di comunicazione di massa e di formazione dell'opinione del paese.Il che significa che Berlusconi è in grado di dominare e di manipolare quel consenso politico al quale dovrebbe invece sottostare".(Opera citata,pagina 363;febbraio 2002.)."Un Berlusconi che conquista anche la televisione pubblica ingigantisce il problema del suo eccesso di potere.La Rai è sempre stata colonizzata dai vincitori delle elezioni...ma i vari Fanfani,Moro,Andreotti del passato,non erano proprietari di altre televisioni e non controllavano una televisione privata che costituiva la metà dell'universo mediatico.Il pluralismo dell'informazione si salva soltanto chiedendo che la Rai sia davvero neutrale e davvero autonoma".(Opera citata,pagine 411,412;18 febbraio 2002.).

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